Il Partito democratico sfiducia Enrico Letta. Abbraccia "l'ambizione smisurata" di Matteo Renzi e lancia il segretario verso la guida di un governo "nuovo". Con l'obiettivo di un "cambiamento radicale" e l'orizzonte del 2018. Renzi ha dalla sua la grande maggioranza della direzione dem. Letta, che del Pd è stato vicesegretario, assiste da Palazzo Chigi al voto che dichiara chiusa la stagione del suo esecutivo. E ne prende atto. Oggi, dopo un ultimo Consiglio dei ministri, rassegnerà le dimissioni nelle mani del capo dello Stato. In una giornata ad alta tensione, fino all'ultimo la 'diplomazia' dem prova a convincere Letta a farsi da parte ed evitare al Pd il rito di un voto di 'sfiducia'. In mattinata a Palazzo Chigi si presentano il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini e i capigruppo Roberto Speranza e Luigi Zanda. A Letta prospettano (il partito però smentisce) il ministero dell'Economia in un governo che abbracci il suo programma Impegno Italia. Ma il premier tiene il punto. Vuole che a viso aperto Renzi dichiari di voler prendere il suo posto. Pretende che il Pd si pronunci con un voto.
Questo governo "viene fatto cadere in esito allo scontro interno al Pd" chiarisce il leader di Ncd, Angelino Alfano, in conferenza stampa. Se nel nuovo esecutivo "non si avranno le condizioni politiche per far valere le nostre istanze noi diremo no alla nascita del nuovo governo". ''Per noi non sarà un governo politico", aggiunge il leader di Ncd. Dopo aver ascoltato l'intervento di Matteo Renzi alla Direzione del Pd, Angelino Alfano e i ministri di Ncd (Lupi, Quagliariello e Lorenzin),avevano raggiunto Letta a palazzo Chigi. "O si fanno grandi cose o per fare le piccole cose è meglio andare a votare": così Angelino Alfano in una conferenza stampa a Palazzo S.Chiara. "Non siamo innamorati della durata di una legislatura fino al 2018", ha aggiunto Alfano. "Il governo avrebbe meritato parole più generose dal Pd. Mi sento in dovere di coscienza di spendere rispetto a questa esperienza di governo parole più generose di quelle sentite nella Direzione del Pd".
LA DIREZIONE DEL PD -
"Carissimi - aveva scritto Letta - penso che, in una giornata importante come questa, sia fondamentale che la discussione si sviluppi e le decisioni conseguenti siano assunte con la massima serenità e trasparenza". Io aspetto a Palazzo Chigi, prendetevi le vostre responsabilità, è il messaggio. La direzione comincia, Renzi lo ringrazia per il "notevole" lavoro e assume 'Impegno Italia' come contributo per il suo nuovo governo di legislatura. Ma proprio in quel momento le agenzie battono l'annullamento del viaggio a Londra del premier, Fassina inutilmente continua a chiedere che si eviti il voto, i lettiani lasciano il Nazareno per non assistere alla conta, Letta attende il responso e detta ai suoi fidati consiglieri la nota che annuncia le dimissioni. Poi un brindisi di saluto con parlamentari e collaboratori e via dal Palazzo, a casa in famiglia. Si apre, per quanto lo riguarda, l'ultimo giorno da premier: ancora una riunione sul caso marò, una convocazione del Cipe, l'ultimo consiglio dei ministri e, nella tardissima mattinata, le dimissioni al Quirinale.
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