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Piparo riscopre
"Sette spose
per sette fratelli"

Spari, diligenze, grandi scazzottate, balli dal sapore western e un lungo inverno di nevicate, in scena. Così, a 60 anni esatti dal debutto del film della MGM, ''Sette spose per sette fratelli'' è tornato in versione musical ieri sera in prima nazionale al Sistina di Roma, nel nuovo spettacolo diretto da Massimo Romeo Piparo (''Jesus Christ Superstar'', ''My Fair Lady'', ''Il Vizietto-La Cage aux Folles'', ''The Full Monty'').

E proprio a bordo di una vera diligenza trainata da cavalli sono arrivati in teatro i protagonisti, Flavio Montrucchio nei panni del rude boscaiolo Adamo Pontipee; e Roberta Lanfranchi, sua moglie, la dolce ma tenace Milly, cui il maestro Emanuele Friello (in scena con la sua orchestra di sette elementi versione cowboy) ha cucito addosso più di due ore di canzoni dalla colonna sonora vincitrice dell'Oscar nel 1955, arricchita anche di quattro inediti per l'Italia (dall'edizione teatrale anglosassone). Tra i pochi musical nati al cinema e poi trasferiti in teatro, ''Sette spose per sette fratelli'' arrivò in sala nel 1950 diretto da Stanley Donen, raccontando la storia dei sette fratelli Pontipee (tutti battezzati con nomi biblici, rigorosamente in ordine alfabetico), rozzi taglialegna che vivono tra le montagne dell'Oregon. Stanco della solitudine e del caos che regna in casa, il maggiore di loro, Adamo, scende in paese a far provviste e cercar moglie. Conquista Milly, alla quale però non dice che dovrà prendersi cura non solo del marito ma anche di altri sei rozzi uomini disordinati e rissosi. Un po' Biancaneve, la ragazza trasforma la baita in una casa accogliente e insegna ai fratelli di Adamo l'arte del corteggiamento, cosicché anche loro possano conquistare una ragazza e sposarsi. L'occasione buona è il gran ballo di paese. Ma una volta fatto breccia nel cuore delle ragazze, avranno tutti contro: famiglie e rivali in amore, già promessi sposi alle fanciulle.

 Ecco dunque l'idea di Adamo: rapire le ragazze come nel ratto delle Sabine e costringerle a sposare i Pontipee. Dopo mille vicissitudini, risse e valanghe di neve, il lieto fine arriverà con sei nuovi matrimoni e una neonata. Nel '55 Donen rinunciò alla sua star Gene Kelly, ma arruolò autentici ballerini per grandi coreografie acrobatiche filmate nell'ultima innovazione tecnologica del Cinamescope. Il risultato fu un cult della storia del cinema e uno dei musical più divertenti e longevi. Oggi Piparo, molto fedele alla versione teatrale originale di L. Kasha, D. S. Landay, con musiche di Gene De Paul e liriche di Johnny Mercer, al contrario, deve guardarsi indietro e ritrova sapori un po' persi delle atmosfere western, tra le scene di Teresa Caruso e i costumi Cecilia Betona. Accanto alla Lanfranchi e Montrucchio, un cast di 25 veri attori-ballerini sulle coreografie country firmate da Roberto Croce e grandi proiezioni a rievocare gli spazi sterminati delle praterie della vecchia America e le aspre montagne innevate degli inverni d'alta quota. Dopo Roma, dove rimarrà fino al 16 marzo, ''Sette spose per sette fratelli'' sarà in tournée fino al 18 maggio, fra Puglia, Sicilia, Torino e Genova, per riprendere a ottobre e arrivare a Milano per tutte le feste di Natale.

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