L'ad di Luxottica Andrea Guerra augura "tutto il bene possibile" al governo nascente ma declina la proposta di prendere le redini del ministero dello Sviluppo, propostogli da Matteo Renzi: "Rimango a fare il mio lavoro in questa bella azienda". Se Guerra esce dalla lista del totoministri, sono in discesa anche le quotazioni di Lucrezia Reichlin al Tesoro, posto per cui, a quanto si apprende, il premier in pectore vorrebbe un politico. E nei giorni scorsi avrebbe sondato, attraverso Dario Nardella, Romano Prodi che però non sembra voler ripercorrere il cammino che in passato fecero Guido Carli e Carlo Azeglio Ciampi.
Il rebus totoministri, al quale Renzi sta già lavorando, è ancora irrisolto. L'unico posto sicuro è quello di Graziano Delrio sottosegretario alla presidenza del consiglio. I principali nodi aperti sono il ministero dell'Economia e il Viminale.
Al Tesoro il premier in pectore vorrebbe Romano Prodi e per capire le intenzioni dell'ex premier si sarebbero attivati i fedelissimi Dario Nardella e Graziano Delrio. Il Professore, però, non sarebbe interessato nonostante anche alcuni dei suoi gli consigliano di accettare l'impegno se Renzi gli facesse una proposta convincente. Per via XX settembre si fanno anche i nomi di Piero Fassino e Fabrizio Barca.
Partita aperta che per l'Interno, ministero che Angelino Alfano punta a tenersi stretto ma al quale ambirebbe anche Dario Franceschini. In alternativa, dopo il "no, grazie" di Alessandro Baricco, Franceschini potrebbe andare ai Beni Culturali, lasciando il posto di ministro per i Rapporti con il Parlamento ad un fedelissimo del leader Pd, che potrebbe puntare sul portavoce della segreteria Lorenzo Guerini.
Alle Riforme resta in pole Maria Elena Boschi mentre vacilla la candidatura del segretario Sc Stefania Giannini all'Istruzione dopo che Scelta Civica avrebbe indicato Irene Tinagli e Andrea Olivero.
Il rifiuto di Andrea Guerra apre per Renzi il problema di una casella chiave per il futuro governo: lo Sviluppo Economico. E lì l'idea del sindaco è di continuare a cercare nel mondo imprenditoriale: spunta il nome dell'ex presidente Telecom Franco Bernabè mentre gira ancora il nome di Luca Cordero di Montezemolo. Ma nella lista spunta anche il nome dell'ad di Ferrovie Mauro Moretti.
Per il ministero del Lavoro sono in corsa Tito Boeri ma anche esponenti della minoranza Pd come Guglielmo Epifani e Cesare Damiano.
Nel Pd i sondaggi sono a 360 gradi e, a quanto si apprende, anche Pippo Civati, negli ultimi giorni molto critico verso il governo, potrebbe essere coinvolto in qualche ruolo.
Alla Giustizia è caccia a 'tecnici' di prestigio e, mentre scendono le chance di Michele Vietti, salgono le possibilità del presidente del tribunale di Milano Livia Pomodoro e spuntano i nomi di Valerio Onida e Guido Calvi.
Dovrebbero essere riconfermati, infine, i ministri dell'Ambiente Andrea Orlando ed i ministri Ncd Beatrice Lorenzin (Salute) e Maurizio Lupi (Trasporti).
Riconferma in vista anche per Mario Mauro così come non dovrebbe rischiare alla Farnesina Emma Bonino.
Federica Mogherini dovrebbe, invece, prendere il posto di Enzo Moavero Milanesi agli Affari Europei.
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