Nonostante le parole e le promesse, l'Ucraina non riesce a svoltare pagina. Questa mattina infatti, nonostante il presidente ucrainoViktor Ianukovich avesse annunciato una "tregua" per "fermare il bagno di sangue" e la ripresa dei colloqui con l'opposizione, nel centro di Kiev sono ripresi gli scontri tra polizia e manifestanti. Intanto il bilancio dei caduti di quella che rischia di diventare una guerra civile si fa sempre più aspro, con i morti che salgono da 26 a 28, mentre 287 feriti sono ancora in ospedale. Lo ha annunciato il ministero ucraino della Salute. Il ministero ha precisato in un comunicato postato sul suo sito Internet che tra i feriti nelle violenze di martedì sera nella capitale ucraina c'erano anche quattro giovani di meno di 18 anni e due cittadini stranieri.
Gli insorti hanno costretto gli agenti delle forze speciali ucraine ad arretrare abbandonando le posizioni conquistate in Maidan, la piazza centrale di Kiev. Secondo il Kyiv Post si sentono in continuazione colpi di arma da fuoco, e continua anche il lancio di molotov. Un mezzo della polizia è in fiamme, e i dimostranti stanno occupando negozi e magazzini vuoti nella piazza. Un cecchino degli insorti antigovernativi starebbe poi sparando sulla polizia dall'edificio del conservatorio di Kiev e avrebbe già ferito più di 20 agenti. Lo sostiene il ministero dell'Interno. Il conservatorio si affaccia su Maidan, la piazza centrale di Kiev cuore della protesta antigovernativa.
Uno dei manifestanti di Kiev è morto durante i combattimenti iniziati di nuovo stamattina nel centro della capitale. Lo sostengono i servizi sanitari della rivolta in Ucraina. Inoltre, un altro manifestante sarebbe in condizioni gravi. Gli antigovernativi hanno catturato circa 20 poliziotti, cinque sono feriti e i medici di piazza Maidan gli stanno prestando soccorso.
In tutto questo il Parlamento è stato evacuato per precauzione. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, alla vigilia dell'incontro (poi annullato) col presidente ucraino Viktor Ianukovich, ha dichiarato: "Dirò che bisogna fermare la violenza, che è evidentemente inaccettabile, e che ci apprestiamo questo pomeriggio ad adottare sanzioni contro i responsabili della violenza". Il meeting però non ha avuto luogo.
I ministri degli Esteri francese, tedesco e polacco hanno infatti annullato il loro incontro con il presidente ucraino "per motivi di sicurezza". "Non ci sono più luoghi sicuri nel centro di Kiev", ha detto all'agenzia stampa francese Afp un funzionario occidentale.
Gli insorti ucraini hanno fatto prigionieri una cinquantina di poliziotti e li hanno portati in un edificio occupato vicino al municipio di Kiev facendoli passare attraverso un corridoio umano di dimostranti antigovernativi.
La temperatura però sale anche al di fuori dei confini ucraini.
"Invito fortemente il governo ucraino ad astenersi da ulteriore violenza. Se i militari interverranno contro l'opposizione, i legami con la Nato saranno seriamente danneggiati", ha dichiarato il segretario generale dell'Allenaza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen.
I ministri degli Esteri di Francia, Germania si recheranno oggi a Kiev con il loro omologo polacco, già partito per la capitale ucraina: è quanto ha riferito il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius.
Le forze armate potrebbero entrare in azione contro i manifestanti antigovernativi in Ucraina. Lo annuncia il ministero della Difesa di Kiev in una nota pubblicata sul suo sito web ufficiale parlando di un intervento dei militari in una "operazione antiterrorismo".
Gli Stati Uniti stanno lavorando con l'Unione europea per rispondere alla situazione in Ucraina. Lo afferma il presidente americano, Barack Obama, sottolineando che ''ci saranno conseguenze se si oltrepasserà il segno''. Gli Stati Uniti condannano nei ''termini più forti'' le violenze in Ucraina. Lo afferma il presidente americano Barack Obama.
Josè Manuel Barroso ha telefonato al presidente ucraino Viktor Ianukovich per comunicare "lo shock e lo sgomento", per "chiedere l'immediato stop della violenza" e la "ferma condanna dell'uso della forza" e che la Ue "è pronta a reagire fermamente ad un ulteriore deterioramento della situazione".
"La gravità degli scontri in corso a Kiev pone il popolo ucraino di fronte ad una situazione drammatica, di una violenza inaccettabile che come europei condanniamo con estrema fermezza. E' con massima preoccupazione che va considerato - e scongiurato - il rischio concreto di una guerra civile alle porte dell'Unione Europea". E' il grido di allarme lanciato dal ministro degli Esteri italiano Emma Boninoall'indomani della tragica notte di scontri nella capitale ucraina.
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