Lunedì 23 Dicembre 2024

Aut aut di Renzi: Alfano
"Vice-premier o Interni"

Aut aut del premier incaricato ad Angelino Alfano, nel corso della riunione tenutasi ieri sera: "O resti vicepremier o ministro dell'Interno" avrebbe detto Renzi. A questo punto Alfano dovrebbe optare per il Viminale. Alla riunione hanno partecipato Graziano Delrio, Dario Franceschini e, insieme ad Alfano, Maurizio Lupi. "Basta con il rilancio - avrebbe detto il premier incaricato - io domani vado al Colle, fatemi sapere la vostra scelta".

Il premier incaricato Matteo Renzi salirà, a quanto si apprende da fonti Pd, in giornata al Colle con la lista dei ministri.

Ieri sera poi Renzi ha incontrato, insieme a Luca Cordero di Montezemolo, lo sceicco Khaloon al Mubarak, patron del Manchester City e a capo di un fondo interessato all'operazione Etihad-Alitalia, chiedendogli conferma dell'interessamento per l'operazione che riguarda la compagnia aerea italiana.

Uno dei momenti importanti della giornata di ieri e' stato il vertice dei partiti che dovrebbero garantire la maggioranza al nuovo governo. Nove i gruppi parlamentari presenti: Pd, Ncd, Sc, Pi, Udc, Psi, Cd e minoranze linguistiche di Sud Tirolo e Val D'Aosta  Il primo a parlare al termine dell'incontro, coordinato da Graziano Delrio, e' stato Renato Schifani:  "Un passo avanti, ci sono state illustrate le priorità del premier incaricato, seguiranno delle indicazioni nelle ore successive. E' stata una riunione proficua ma non può essere definitiva" ha detto l'esponente di Ncd. Poi ha parlato Quagliariello, sempre di Ncd: "E' assolutamente normale" che ci siano criticità "nelle prossime ore bisogna vedere se si risolvono" ha detto il ministro per le Riforme uscente auspicando che la riunione porti ad un documento programmatico scritto. Per i Popolari italiano ha parlato al termine del vertice il capogruppo alla Camera Lorenzo Dellai: '"La cosa più importante da chiarire credo sia il rapporto fra la legge elettorale, le riforme e questo programma di governo. Noi pensiamo che serva una sola maggioranza, non crediamo positivo che ci siano due, una sul governo, una sulle riforme".

La sfida di Alfano a Renzi e al PD - Uno dei nodi che ha difronte Renzi e' il rapporto con Angelino Alfano e Ndc. Ed e' stato proprio l'ex vice premier stamani ad aprire la giornata di dichiarazioni dopo la riunione con i gruppo di Senato e Camera del suo partito: "Abbiamo già il foglio Excel pronto, con l'indicazione precisa delle nostre priorità, i tempi di realizzazione e il responsabile degli obiettivi" ha detto Alfano. "A noi interessa mettere a punto un programma chiaro che preveda meno tasse sulle famiglie, sulle imprese, sui lavoratori" ha sottolineato dicendo 'no' di Ncd a un ministro dell'Economia "particolarmente affezionato alle tasse", perché "la vera priorità in questo momento è la diminuzione delle tasse". "Oggi penso sia un giorno importante per capire dalla parte di Renzi e dalla parte del Pd se le nostre proposte programmatiche possano giocare da protagoniste nell'ambito del contratto di governo" ha riflettuto Alfano. "Abbiamo detto alcuni no molto chiari, che riguardano sia il programma sia l'assetto di governo: no alla patrimoniale, no ad un giustizialista alla Giustizia, non vogliamo all'Economia qualcuno particolarmente affezionato alle tasse" ha aggiunto. Altra questione e' la riforma della legge elettorale. "Per rendere credibile che davvero togliamo il Senato così come è - ha detto Alfano -  sarà indispensabile approvare una norma che attribuisca alla legge elettorale un vigore, una sua immediata applicabilità appena concluso il cammino delle riforme". "Noi crediamo ad un governo che abbia davvero una straordinaria capacità riformatrice, perché questa si sprigioni, non si può campare 6, 7, 10 mesi. Questa era la prospettiva del governo precedente", aggiunge Alfano rimarcando che per dare un'impronta fortemente riformatrice al nuovo esecutivo "dobbiamo avere un po' di tempo a disposizione e per avere questo tempo a disposizione non si può giocherellare dicendo 'facciamo la legge elettorale e andiamo al voto'". Con una legge elettorale non legata al cammino delLe riforme, conclude Alfano, si dirà: "Approvano la legge elettorale per andare al voto e le riforme le annunciano ma non le faranno e quindi fanno finta".

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