E' Arisa, con la canzone Controvento, la vincitrice del 64/o Festival di Sanremo, in una serata che è stata dominata da Maurizio Crozza e Luciano Ligabue. "Tutto ok, sono contenta, sono veramente felice", ha commentato a caldo sul palco, dopo aver fatto i complimenti agli altri due finalisti Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots e a Renzo Rubino. Crozza, con il suo monologo che ha rivendicato il talento italiano nella storia, si è ripreso il palco dopo la burrascosa partecipazione dell'anno scorso, sulla quale il comico e il conduttore Fabio Fazio hanno scherzato, regalando anche una breve imitazione del neo presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Meno Pil e più Pilates, meno tute blu e più bluetooth, meno welfare e più Woolrich", le promesse di Crozza-Renzi. "Il primo decreto sarà far durare marzo due anni e mezzo, fare di marzo non il mese del fare, ma del durare". Poi le critiche alle idee conservatrici di Carlo Giovanardi, la citazione per Beppe Grillo ("Noi genovesi abbiamo ceduto la Corsica ai francesi. Poco dopo ci è nato Napoleone. Ma a Genova c'è già nato Beppe Grillo: ci mancava un altro pazzo mitomane che voleva dichiarare guerra all'Europa. Te lo immagini Waterloo in streaming?"). E soprattutto l'affondo contro John Elkann: "Ha sparato la cazzata più grande dell'universo: i giovani non hanno lavoro perché gli piace stare a casa. ma i giovani stanno a casa perché non trovano lavoro, ma soprattutto perché non hanno ereditato la Fiat da tuo nonno come te". Giubbotto di pelle nera, concentratissimo. Ligabue ha aperto con una citazione di "Certe notti", poi si è avventurato in un'ammaliante versione orchestrale di "Un giorno di dolore che uno ha". Quando poi è arrivata la band si è scatenato il rock de "Il sale della terra" e il festival si è acceso di un'energia che per l'Ariston è una rarità. Il colloquio con Fabio Fazio, che ha offerto l'occasione di ricordare che il nuovo album "Mondovisione" è cinque volte platino, ha fatto da volta pagina per il cambio di atmosfera con "Per sempre". Ligabue ha interpretato nel modo migliore la sua prima volta a Sanremo: nella serata inaugurale l'omaggio a Fabrizio De Andrè con Creuza de Ma, stasera con il suo rock costruito con la giusta attenzione alle dinamiche emotive. E si è meritato una doppia standing ovation dal pubblico dell'Ariston. La finale del festival è stata aperta dal divertito matrimonio tra Fabio Fazio in tight e cilindro e Luciana Littizzetto in abito bianco officiato da Terence Hill-Don Matteo entrato in scena scendendo le scale in bicicletta. Con una novità rispetto al passato la finale è stata aperta alla sezione Nuove Proposte: così il programma kolossal si è ulteriormente ampliato offrendo l'occasione di verificare in diretta come in questo girone ci sia più creatività che tra i Campioni. Rocco Hunt, il vincitore è un talento dell'hip hop che già conta su un importante seguito trasversale, The Niro è da tempo una realtà importante del nuovo rock italiano, Diodato un ragazzo molto promettente con un suo stile, Zibba un personaggio che rilegge con originalità la canzone d'autore. Un personaggio da seguire è certamente Stromae (maestro, in verlan, il gergo parigino che rovescia le sillabe), un ragazzo belga che segue un percorso tutto suo nel mondo dell'hip hop. La sua presenza, insieme a quella di Cat Stevens, Rufus Wainwright, Damien Rice e Paolo Nutini ha dato un'impronta a questo festival in questo senso davvero aperto alla musica del mondo. Prima dei risultati, l'incontro con Claudia Cardinale, che ha accennato alla sua eccezionale carriera, da Visconti a Fellini. Le pagelle della serata finale Luciano Ligabue - 8 - Giubbotto di pelle nera, concentratissimo apre con una citazione di "Certe notti", poi si avventura in un'ammaliante versione orchestrale di "Un giorno di dolore che uno ha". Quando arriva la band e si scatena il rock de "Il sale della terra" il festival si accende di un'energia che per l'Ariston è una rarità. Il colloquio con Fabio Fazio, che offre l'occasione di ricordare che il nuovo album "Mondovisione" è cinque volte platino, fa da volta pagina per il cambio di atmosfera con "Per sempre". Un applauso per il modo in cui ha preparato e interpretato questo sua prima volta a Sanremo: nella serata inaugurale l'omaggio a Fabrizio De Andrè con Creuza de Ma, stasera con il suo rock costruito con la giusta attenzione alle dinamiche emotive. Stromae - Formidable - 8 - Questo ragazzo belga sta portando qualcosa di nuovo nell'universo affine all'hip hop. Ha dato di "Formidable", il suo pezzo più famoso, un'interpretazione teatrale, fingendosi ubriaco come nel bellissimo video della canzone. Una scelta giustissima per chi vuole fare un festival contemporaneo. Giuliano Palma - Così lontano - 6 - Lo specialista in cover ska, si trova a suo agio in un brano retro che ricorda l'epoca dei jukebox. Per il suo debutto a Sanremo poteva giocarsela meglio. Noemi - Bagnati dal sole - 6 - Dal suo soggiorno a Londra Noemi ha sicuramente acquisito sicurezza e conoscenze musicali. Restano un mistero le sue scelte di look. Bagnati dal sole ha comunque una sua orecchiabilità che lascia intuire un percorso oltre Sanremo. Ron - Sing in The Rain - 5 - E' una canzoncina country, graziosa ma dire che non è all'altezza dei brani scritti da Ron è un eufemismo. Arisa - Controvento - 6 - A Sanremo le canzoni con un po' di melodramma hanno fortuna: infatti questa di Arisa si gioca la vittoria anche grazie a un arrangiamento sofisticato. Francesco Sarcina - Nel tuo sorriso - 6 - Francesco Sarcina ha uno stile riconoscibile e personale, come interprete e come autore. Uno dei pochi squarci di quasi rock nella gara dei Campioni. Si concede anche una tenerezza da papà salutando il figlio. Perturbazione - L'unica - 5 - Una canzone che sta piacendo alle giurie ma delude chi si aspettava dai Perturbazione qualcosa di veramente diverso rispetto al festival. Giusy Ferreri - Ti porto a cena con me - 5 - Il testo offre qualche spunto all'ironia, Giusy Ferreri appesantisce il tutto con il suo stile enfatico. Francesco Renga - Vivendo Adesso 6 - Il favorito alla vittoria tecnicamente è il più bravo tra quelli in gara ma sembra un po' troppo legato a uno stile e a un repertorio basato sulla sua bravura. Renzo Rubino - Ora - 7 - E' giovane, originale, sicuro nell'esecuzione e trasmette simpatia. Mica poco per il festival e soprattutto per lui. Antonella Ruggiero - Da lontano - 6 - Le sue canzoni ruotano inevitabilmente sulla sua vocalità e sulla sua attrazione per lo stile da soprano. Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots - Liberi o no - 7 - Dopo cinque serate la maschera di Sir Cornelius Rifo sembra sempre di più una gag preparata ma Liberi o no rimane un pezzo divertente e con potenzialità da classifica post festival. Cristiano De Andrè - Il cielo è vuoto - 6 - Un'interpretazione molto intensa per un brano che continua a risultare meno efficace di "Invisibili", eliminato nella prima serata dalle giurie. Frankie Hi Nrg Mc - Pedala - 5 - Il simbolo della prima generazione del rap italiano continua a sembrare un corpo estraneo rispetto al festival. Non a caso per il momento le giurie lo hanno punito.