Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) è pronto ad aiutare l'Ucraina, mentre l'Unione europea e gli Usa stanno valutando le necessità del Paese. Dalla crisi del quale - assicura il presidente della Bce Mario Draghi - non arriveranno pericoli di contagio economico-finanziario per l'Europa.
Riunito a Sydney con l'obiettivo di trovare soluzioni per dare una 'spinta' alla crescita mondiale, il G20 manda un messaggio preoccupato sulla situazione ucraina e si prepara a sostenere economicamente una fase di normalizzazione che, dopo le settimane di violenze, sarà sicuramente difficile. Il Fmi - ha detto dall'Australia il suo direttore generale Christine Lagarde - è pronto ad aiutare Kiev. "Non solo da un punto di vista umanitario - ha spiegato Lagarde - ma anche da quello economico. Ci sono riforme economiche che, sappiamo tutti, erano sul punto di essere attuate, così da poter far partire gli aiuti della comunità internazionale". Anche gli Usa - ha assicurato il segretario al Tesoro americano Jack Lew, si stanno preparando ad aiutare l'Ucraina affinchè avvii un percorso di ritorno alla democrazia, alla stabilità e alla crescita. A spingere per una soluzione pacifica della crisi e ad un ritorno al più presto alla democrazia è anche l'Unione europea che, attraverso il commissario agli Affari Economici Olli Rehn, anch'egli a Sydney per il G20, ha spiegato che l'Ue sta valutando in queste ore le necessità finanziare del Paese. Da parte sua il Cancelliere britannico George Osborne - in un'intervista - ha affermato che le nazioni, una volta ristabilita la legittimità politica in Ucraina, "dovrebbero essere lì con il libretto degli assegni" pronto. Sempre da Sydney infine il presidente della Bce Mario Draghi ha rassicurato sull'ipotesi che la crisi ucraina possa avere ripercussioni sul già non facile momento dell'economia europea: non c'è nessun pericolo di contagio economico-finanziario. La tragedia in Ucraina - ha detto - ha un impatto più umano che economico.