Il governo Renzi ottiene la fiducia al Senato con 169 voti favorevoli e 139 contrari.
Scuola, imprese, giustizia e riforme: sono questi gli argomenti principali affrontati dal premier Matteo Renzi in Senato nel suo discorso durato circa un'ora e dieci. In apertura il presidente del Consiglio ha anche citato la cantante Gigliola Cinquetti: 'Io non ho l'età per sedere al Senato', ha detto. A seguire le dichiarazioni programmatiche era seduta in tribuna al Senato la moglie del premier, Agnese Landini. Accanto a lei Marco Carrai.
Il premier è stato interrotto da 14 applausi, compreso quello finale: tutta la maggioranza ha applaudito in piedi tranne i senatori di Ncd, che sono rimasti seduti al loro posto. L'Aula oggi pomeriggio non è apparsa particolarmente "calda", e solo i senatori M5S e della Lega hanno in qualche maniera contestato, pur se non animatamente. I senatori di Fi e Ncd sono apparsi abbastanza composti e non particolarmente entusiasti, ma anche quelli del Pd non erano decisamente "caldi" oltre il "minimo sindacale". Non si è registrato nessun applauso unanime dell'Assemblea; il più forte è stato quando Renzi ha citato i due marò.
Prima Telefonata tra Matteo Renzi e il presidente americano, Barack Obama. Renzi ha sentito il presidente Usa dopo la consegna del discorso programmatico alla Camera. "Yes", ha risposto il premier italiano ai giornalisti che gli chiedevano se la telefonata fosse andata bene.
FIDUCIA - "Comunico di voler essere l'ultimo premier a chiedere a questa Aula la fiducia": ha detto Renzi al Senato. "Ci avviciniamo in punta di piedi e con rispetto profondo e non formale che si deve a quest'Aula e alla storia del paese che qui ha un simbolo", ha aggiunto spiegando di avvicinarsi anche con lo stupore di chi si rende conto della "magnificenza di un luogo" come è il Senato. "Siamo qui a chiedervi la fiducia che è un gesto controcorrente non tanto nel linguaggio della politica. Noi vogliamo provare ad andare controcorrente", ha spiegato aprendo il suo discorso. "Sappiamo perfettamente - ha quindi aggiunto - che viviamo un tempo di grande difficoltà e struggenti responsabilità" e abbiamo la consapevolezza di dover "recuperare il coraggio e il gusto e il piacere di fare sogni più grandi e accompagnarli da una concretezza puntuale". Poi ancora: ''Chiedere la fiducia oggi è un gesto" che significa "provare ad andare concorrente: si fa fatica. Chiediamo fiducia a questo Senato perché pensiamo che l'Italia abbia la necessità di recuperare fiducia per uscire dalla crisi, è arrugginita, impantanata da una burocrazia asfissiante. L'idea che le norme succedute negli anni non hanno prodotto il risultato auspicato - ha detto Renzi - è sotto occhi di tutti. O si ha il coraggio di scelte radicali" o "perderemo il rapporto con chi da casa continua a pensare alla politica".
RIFORME - Sulla legge elettorale e le riforme costituzionali si è raggiunto "un accordo che va oltre la maggioranza di governo". Quell'accordo "lo rispetteremo nei tempi e nelle modalità prestabilite", ha detto il premier. L'Italia è "curiosa e brillante, è un'Italia che si vuole bene e che ci tiene a presentarsi bene. E' un Paese che non ci segue perché è avanti a noi: siamo noi che dobbiamo inseguire" e faremo "di tutto per raggiungerlo con un pacchetto di riforme". ''Il presupposto è che eravamo ad un bivio: o si andare alle elezioni, noi non abbiamo paura, siamo abituati a candidarci". Così Renzi che, davanti al rumoreggiare dei senatori grillini, ha ribadito che il Pd non teme le elezioni "e lo dico a M5s che imparo apprezzare...". Poi un applauso polemico dei senatori M5s. Il Pd ha invece applaudito sinceramente quando Renzi ha ricordato ricorda che il suo partito ha vinto tutte le elezioni. Andare avanti fino al 2018 - ha spiegato Renzi - ha un senso se si avverte la consapevolezza dell'urgenza di misure per il cambiamento. I tempi che in politica sembrano dilatati - dice tra l'altro - per le persone che la mattina accompagnano i figli a scuola - diventano stretti per risolvere i problemi. "Il senso dell'urgenza - continua Renzi - è un elemento centrale". "Avremmo preferito un chiaro mandato elettorale" - ha affermato Renzi - ma "propongo che questa sia la legislatura della svolta", per "indicare una prospettiva di futuro" e dopo aver vissuto "il semestre europeo come l'occasione per sei mesi di guidare le istituzioni dell'Europa", poter "guidare per vent'anni politicamente l'Europa". "Abbiamo nel dna il desiderio di confrontarci. Ma stante la legge elettorale uscita dalla sentenza della Corte si sarebbe andati ancora verso un governo delle larghe intese, non sarebbe stato possibile per alcuno avere la maggioranza nei due rami del Parlamento. Noi abbiamo proposto che le regole del gioco siano scritte da tutti, farlo insieme e' il valore fondamentale e costitutivo del rispetto delle istituzioni. E proveremo a farlo".
"Con quale credibilità possiamo dire che è urgente intervenire sulla legge elettorale e poi perdere l'occasione del contingentamento dei tempi"? Così Matteo Renzi, che definisce "una priorità" approvare l'Italicum alla Camera. Ma aggiunge: "Politicamente esiste un legame netto" con le riforme di Senato e titolo V: "Sono 3 parti della stessa cosa".
"Proponiamo che a marzo la riforma del Senato parta dal Senato e quella del Titolo V parta dalla Camera", ha spiegato Renzi durante il discorso sulla fiducia. Renzi ha chiesto di porre fine ai "derby ideologici" sottolineando che "il superamento del Senato è il primo passo per recuperare la credibilità".
SCUOLA - "L'educazione che si da' nelle scuole è motore dello sviluppo, ho in mente di entrare ogni mercoledì nelle scuole da premier se otterrò la fiducia: comincerò da Treviso, dal Nord Est, la prossima settimana si sarà il Sud. E' fondamentale che il governo non stia solo a Roma". Domani "scriverò una lettera ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti delle province sopravvissuti" per fare "un punto sulla situazione dell'edilizia scolastica seguendo il ragionamento del senatore Renzo Piano che qualche giorno fa ha proposto di 'rammendare' le periferie". Renzi ha preannunciato "un programma straordinario nell'edilizia scolastica sui territori, partendo dalle richieste dei sindaci".
"Mi piacerebbe che potesse capitare a chi ha la presunzione di avere la verità in tasca la possibilità di confrontarsi con gli insegnanti, le famiglie perché l'idea che da questa parte c'è la casta e dall'altra i cittadini si è un po' rovesciata". Così il premier Matteo Renzi che però viene nuovamente interrotto dai senatori M5S. E il presidente del consiglio ribatte: "Noi svolgiamo una funzione sociale nei confronti dei senatori M5S...non è facile stare in un partito dove il capo dice 'non sono democratico' ma vi vogliamo bene lo stesso".
EUROPA - "Se vogliamo immaginare un semestre europeo serio dobbiamo pensare a che Europa immaginiamo" ma "non saremo credibili se non riusciremo ad arrivarci senza sistemare ciò che dobbiamo sistemare. So che la tendenza è quella di considerare l'Ue la causa dei nostri problemi. Ma per me non è così e so che nella tradizione europea e europeista sta la parte migliore dell'Italia: mettere le cose a posto a casa nostra non lo si fa per l'Ue o per la Merkel ma per il rispetto dei nostri figli e di chi verrà dopo di noi". "Non consideriamo il Parlamento un inutile orpello, non abbiamo idea di venire a dettare linea e chiedere che rapidamente la si esegua nelle Aule. Ma fatevi carico insieme a noi, perché i tempi non sono più una variabile indipendente, o non saremo credibili non tanto per partner Ue ma per nostri cittadini.
CRESCITA E LAVORO - Matteo Renzi parla di una angoscia nel rapporto tra politica e cittadini che porta alla sensazione di una Italia visto come un paese finito che ha giocato le tutte le sue carte. "Noi abbiamo deciso di cambiare", ha affermato il premier nel suo discorso programmatico al Senato. Poi: "Chi è entrato in una fabbrica o ha incontrato lavoratori, sa bene che quelli sulla disoccupazione non sono solo 'numerini', ma indici di una situazione "impietosa e devastante", che "richiede un cambio radicale della politiche economiche e provvedimenti concreti che con Padoan abbiamo discusso e approfondiremo nelle prossime settimane". Negli ultimi anni la capacità di attrazione dell'Italia è diminuita" e nel Paese "c'è un dibattito surreale" perché "sembra che se un soggetto vuole investire da noi debba essere cacciato gridando 'guai allo straniero'", ha detto Renzi spiegando che questi investimenti vanno cercati.
Per il lavoro "non ci saranno parole ma interventi precisi. Nessun decreto crea posti lavoro, ma da marzo partiremo con la discussione parlamentare del cosiddetto piano per il lavoro che interverrà con regole innovative" anche "perché senza nuove assunzioni il problema delle garanzie non si pone nemmeno". "A questa generazione - ha affermato Renzi - diciamo che l'Italia vuole diventare un luogo di opportunità, l'opportunità, fatemelo dire con una battuta, è dispari e non pari. Se perdiamo, non cercheremo alibi, se perderemo la sfida la colpa è solo mia, deve finire il tempo in cui nei Palazzi dei Poteri si trova una scusa". Alla generazione di chi oggi non ha lavoro "diciamo che l'Italia vuole diventare il luogo delle opportunità". "L'opportunità è dispari, non è pari - ha sottolineato - abbiamo una sola occasione, è questa".
"Mentre qualcuno si divertiva il pil ha perso punti, la disoccupazione giovanile è aumentata, la disoccupazione è passata dal 6,7% al 12,6%. Questi non sono numeri di una crisi, sono numeri di un tracollo": così Renzi durante il discorso sulla fiducia in Senato.
MARO' - "Ieri arrivato a Palazzo Chigi ho scelto di fare alcune telefonate simboliche. E ho scelto di chiamare i due marò che da troppo tempo sono bloccati a Nuova Delhi da un'assurda e allucinante vicenda per la quale garantisco il mio personale impegno e quello del governo".
P.A. - "Il primo impegno è lo sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti", ha detto Renzi.
"Dobbiamo avere il coraggio di far emergere in modo netto, chiaro ed evidente che ogni centesimo speso dalla P.A. debba essere visibile online da parte di tutti. Questo significa un meccanismo rivoluzionario per cui ogni cittadino può verificare giorno dopo giorno ogni gesto che fa il proprio rappresentante".
LETTA - Tutta la maggioranza ha applaudito nell'Aula del Senato quando il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha citato il suo predecessore a palazzo Chigi Enrico Letta. M5s ha fatto commenti che hanno infastidito i colleghi del Pd.