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Obama: l'invasione russa
avrebbe un "costo"

Gli Stati Uniti sono "profondamente preoccupati dalle informazioni di movimenti di militari della Federazione Russa in Ucraina": con tono grave, Obama ha oggi ammonito Mosca che ogni intervento armato nella crisi ucraina "sarebbe profondamente destabilizzante per l'Ucraina e potenzialmente pericoloso" e, "sarebbe una chiara violazione dell'impegno russo al rispetto dell'indipendenza, della sovranità e delle frontiere dell'Ucraina, delle leggi internazionali". Soprattutto: avrebbe "un costo". E allo stesso tempo, la Casa Bianca ha fatto filtrare la notizia che il presidente Obama sta pensando di non essere presente al prossimo vertice del G8 in programma a giugno a Sochi, e che anche gli alleati europei starebbero pensando al boicottaggio del summit. 

Al termine di una giornata contrassegnata da un'escalation di informazioni in arrivo dalla Crimea e da Kiev, il presidente americano ha convocato con un breve preavviso i giornalisti della Casa Bianca e in una breve dichiarazione ha sottolineato che "la Russia ha relazioni storiche con l'Ucraina, comprese relazioni culturali ed economiche, e ha installazioni militari in Crimea, ma ogni violazione della sovranità dell'Ucraina sarebbe profondamente destabilizzante, e questo non e' nell'interesse dell'Ucraina, della Russia o dell'Europa". Obama ha quindi sottolineato che un intervento armato russo sarebbe una "interferenza in questioni che devono essere determinate dal popolo ucraino" e "solo pochi giorni dopo che il mondo è andato in Russia per i giochi olimpici, susciterebbe la condanna delle Nazioni del mondo. E, certamente, gli Stati Uniti saranno accanto alla comunità internazionale nell'affermare che ogni intervento militare in Ucraina avrà un costo".

 "Alcuni giorni fa ho parlato con il presidente Putin e la mia amministrazione è stata in contatto ogni giorno con i dirigenti russi, e abbiamo messo in chiaro che potrebbero essere parte degli sforzi della comunità internazionale per sostenere la stabilità e il successo di un'Ucraina unita, che è nell' interesse del popolo ucraino ma anche della Russia", ha detto ancora il presidente americano, aggiungendo che "la situazione rimane molto fluida. Il vice presidente Biden ha appena parlato con il primo ministro ucraino, per rassicurarlo che in questi momenti difficili gli Stati Uniti sostengono gli sforzi del suo governo e la sovranità territoriale, l'integrità e il futuro democratico dell'Ucraina". Il pressing diplomatico americano si è frattanto fatto sentire anche attraverso altri canali. Il segretario di Stato, John Kerry, ha nuovamente parlato con il suo collega russo, Serghiei Lavrov, per esprimergli la preoccupazione degli Usa riguardo le attività militari in Crimea e per affermare che un intevento armato sarebbe "un grande sbaglio". Allo stesso tempo, l'ambasciatore Usa all'Onu, Samantha Power, ha lanciato un appello alla Russia affinché "ritiri le sue forze militari" e permetta agli ucraini di "decidere il proprio futuro senza ingerenze" e allo stesso tempo ha chiesto che si avvii "una mediazione internazionale indipendente e credibile, che deve partire per l'Ucraina per disinnescare la crisi".

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