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Il dramma di
70 operai “Oms”

Si percepiscono i primi contraccolpi occupazionali derivanti della grave crisi che investe le industrie dell’indotto dell’area Asi di Milazzo. Circa 70 operai metalmeccanici della “Oms Srl”, le Officine meccaniche siciliane di San Filippo del Mela che operano nella zona industriale, impegnate da circa 40 anni nel settore metalmeccanico e in particolare nel montaggio e revisione di turbine e alternatori per grandi industrie petrolifere e di produzione di energia elettrica, sono stati licenziati. A nulla è valso il primo incontro di conciliazione all’Ufficio provinciale del lavoro scaturito dall’avvio di una vertenza che avrebbe già imboccato la via giudiziaria per gli esposti che sono stati inviati alla Procura di Barcellona, a causa del presunto mancato rispetto della turnazione della cassa integnazione e, a quanto pare, dell’interposizione di personale che sarebbe stato assunto nel periodo in cui gli stessi operai specializzati – congegnatori, meccanici e programmatori – venivano posti in cassa integrazione. Sulla vicenda a quanto pare starebbe indagando la Guardia di finanza di Milazzo, perché se quanto denunciato rispondesse a vero, l’ipotesi di truffa ai danni della Stato potrebbe consentire agli investigatori di formulare accuse circostanziate su quanto denunciato dalle stesse maestranze messe alla porta senza alcun preavviso. Quasi 70 i lavoratori che da alcune settimane sono stati licenziati senza percepire nemmeno il Tfr e altre spettanze salariali riconosciute dalla legge. Già sono stati attivati anche i primi ricorsi al giudice del lavoro del Tribunale di Barcellona perché la stessa Direzione territoriale del lavoro chiamata a tentare la mediazione, non è riuscita a convincere i datori di lavoro, il gruppo Tavilla di Milazzo, proprietario dell'azienda metalmeccanica “Oms srl” che sta continuando a portare avanti l’attività lavorativa con i pochi operai rimasti in servizio nella piccola industria. La Oms da diversi anni usufruisce della cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria ed in deroga. L’azienda fino a poche settimane fa impiegava ordinariamente un centinaio di lavoratori che venivano dislocati alla bisogna anche in cantieri sparsi nel resto d’Italia e persino all’estero. Tra i cantieri che hanno visto impegnate le maestranze della Oms negli ultimi tre anni si annoverano quelli della “Edilpower” di Archi di San Filippo del Mela e di Brindisi, quello della “Bio Power” di Agrigento, quello di Priolo, della Raffineria di Gela, quello di Altomonte, di Torre Viscosa, in provincia di Udine, di Torres, di Turbico, in provincia di Milano, della Raffineria Saras di Cagliari e, all’estero di Colon, a Panama.  

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