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Madre e figlio sgozzati
l'assassino confessa

Ha confessato il salvadoregno, Victor Hugo Menjivar, 37 anni, fermato per l'omicidio della dominicana Libanny Mejia e di suo figlio di tre anni e mezzo. avrebbe ucciso la donna perché aveva rifiutato le sue avance. L'uomo, era ospite a cena dalla donna e aveva portato anche suo figlio, amico del bambino di lei. Il salvadoregno ha confessato, spiegando di avere perso la testa. Il salvadoregno amico di famiglia della vittima che ha confessato il duplice delitto dopo un lungo interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Alberto Nobili e al Pm Gianluca Prisco.

Madre e figlio sono stati barbaramente uccisi nella loro casa, senza pietà, da una mano che non ha esitato a colpire non solo una madre, ma anche il suo figlioletto di soli tre anni e mezzo, sgozzandoli entrambi. Libanny Meja Lopez, dominicana di 29 anni è stata trovata nell'appartamento, a terra in salotto, nuda, nel sangue. Il piccolo, Leandro, era in bagno, vestito con il pigiamino, su un fianco.

Gli inquirenti avevano cercato l'ex convivente della donna, che non conviveva stabilmente, ed è il padre del bambino. Lo ha visto giungere sul luogo del delitto, spontaneamente, e lo ha sentito a lungo, fino in tarda serata.

I due sono stati uccisi con un'arma da taglio e l'assassino poi è uscito senza chiudere la porta, trovata serrata, ma non a chiave, dalla madre della vittima quando, dopo aver telefonato diverse volte senza esito, si è recata a casa della figlia e del nipotino facendo la macabra scoperta. E' entrata nella casa, al secondo piano di un casermone popolare in via Segneri, nella periferia sud-est della città, e ha trovato il corpo della figlia, correndo subito fuori e risparmiandosi almeno la straziante vista del cadavere del piccolo. Sono poi state le sue urla disperate a richiamare l'attenzione di vicini e altri parenti, che hanno telefonato numerosi al 118 e alla polizia.

"Ho sentito solo poche parole: l'hanno uccisa, l'hanno uccisa!", ha detto un'anziana che vive al piano terra del condominio, che si trova in uno degli isolati più degradati del quartiere Giambellino, noto in un ormai lontano passato passato per la 'mala' milanese e per lo spaccio di eroina, oggi realtà multietnica dove si alternano case signorili moderne e alcune tra le più decadenti palazzine Aler della città, come quella in cui sono avvenuti i fatti. Dalla sua finestra la donna ha raccontato ai cronisti di aver sentito la frase pronunciata dalla madre che aveva scoperto il corpo della figlia. "Ma non so altro, non ho sentito nulla al momento dell'omicidio". 

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