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Baby squillo: da PM
nessun ok a patteggiamenti

Nessuno ok da parte della Procura alla
richiesta di patteggiamento da parte di alcuni clienti delle
ragazzine che si prostituivano ai Parioli, a Roma. I magistrati
infatti stanno ancora indagando sui singoli indagati e pongono
come condizione essenziale per accedere al patteggiamento - e
dunque allo sconto di pena - la prova che non sapessero della
minore età delle due ragazzine. 
Ma la polemica sul possibile «sconto» esplode comunque,
nonostante il destino processuale dei frequentatori delle
minorenni sia, allo stato, un aspetto tutt'altro che risolto.
Almeno una decina dei 50 clienti finora identificati ed indagati
per prostituzione minorile hanno annunciato agli inquirenti
l'intenzione di proporre un patteggiamento, rito alternativo al
processo pubblico che, oltre ad uno sconto di pena, consente di
evitare la sgradevole pubblicità che deriverebbe da un
dibattimento aperto a chiunque. Richieste rispetto alle quali
non c'è stato ancora alcun assenso da parte della Procura.
Perchè, viene sottolineato, si tratta di persone coinvolte in
un’inchiesta delicata, accusate di prostituzione minorile. E gli
accertamenti non sono affatto terminati. 
Allo stato dunque, come precisato oggi a piazzale Clodio dopo
la pubblicazione di notizie relative alla possibilità di
patteggiamenti a cinque mesi e dieci giorni di reclusione o, in
alternativa, 40 mila euro di ammenda, «non c'è stato alcun
assenso a riti alternativi al processo ordinario». Quella del
patteggiamento rimane un’ipotesi prevista dal codice penale e
per il caso dei clienti delle due minorenni le richieste, una
volta formalizzate, saranno valutate attentamente, caso per
caso, dagli inquirenti. Fondamentale, per l’eventuale assenso
sarà, soprattutto, il riconoscimento della inconsapevolezza
dell’età delle ragazzine. 
I patteggiamenti sono dunque allo stato un’ipotesi. La
polemica invece no, ed esplode con dure prese di posizione da
parte della politica. Esprime «sconcerto» Sandra Zampa, deputato
Pd e vicepresidente della commissione Bicamerale Infanzia e
adolescenza. «E' evidente - ha dichiarato - che occorre assumere
al più presto provvedimenti e che la politica deve correggere
una via d’uscita troppo veloce e semplice, come una pena
pecuniaria». 'Nò a patteggiamenti, a sconti di pena o a misure
che porterebbero ad una rapida conclusione della vicenda sono
contenuti anche in una mozione presentata da un gruppo di
esponenti del Pd della capitale. Netto anche l’intervento di
Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: «Ho
istituito una commissione di esperti per migliorare efficacia su
reati di violenza a minorenni», afferma. E si dice «sgomento"
dall’eventualità che i clienti patteggino per «per evitare il
processo e la gogna mediatica. Pagando 40 mila euro oppure
scontando alcuni giorni di carcere. Rischia di essere un pessimo
segnale rispetto all’epilogo di una storia che continua a vedere
per protagoniste le ragazze minorenni coinvolte». 
Al momento però l’unica cosa certa è che la procura, dopo la
chiusura della prima parte delle indagini, quella sullo
sfruttamento delle due minorenni, chiederà prossimamente il
rinvio a giudizio di otto persone. Tra loro Mirko Ieni e Nunzio
Pizzacalla, ritenuti gli ideatori del giro di prostituzione che
gravitava ai Parioli e che riguardava anche delle maggiorenni. A
rischiare il processo anche la madre di una delle baby squillo,
i clienti Riccardo Sbarra, Marco Galluzzo e Mario Michael De
Quattro. (ANSA).

Nessuno ok da parte della Procura alla richiesta di patteggiamento da parte di alcuni clienti delle ragazzine che si prostituivano ai Parioli, a Roma. I magistrati infatti stanno ancora indagando sui singoli soggetti  e pongono come condizione essenziale per accedere al patteggiamento - e dunque allo sconto di pena - la prova che non sapessero della minore età delle due ragazzine. Ma la polemica sul possibile «sconto» esplode comunque, nonostante il destino processuale dei frequentatori delle minorenni sia, allo stato, un aspetto tutt'altro che risolto. Almeno una decina dei 50 clienti finora identificati ed indagati per prostituzione minorile hanno annunciato agli inquirenti l'intenzione di proporre un patteggiamento, rito alternativo al processo pubblico che, oltre ad uno sconto di pena, consente di evitare la sgradevole pubblicità che deriverebbe da un dibattimento aperto a chiunque. Richieste rispetto alle quali non c'è stato ancora alcun assenso da parte della Procura.Perchè, viene sottolineato, si tratta di persone coinvolte in un’inchiesta delicata, accusate di prostituzione minorile. E gli accertamenti non sono affatto terminati. Allo stato dunque, come precisato oggi a piazzale Clodio dopo la pubblicazione di notizie relative alla possibilità di patteggiamenti a cinque mesi e dieci giorni di reclusione o, inalternativa, 40 mila euro di ammenda, «non c'è stato alcun assenso a riti alternativi al processo ordinario». Quella del patteggiamento rimane un’ipotesi prevista dal codice penale e per il caso dei clienti delle due minorenni le richieste, una volta formalizzate, saranno valutate attentamente, caso per caso, dagli inquirenti. Fondamentale, per l’eventuale assenso sarà, soprattutto, il riconoscimento della inconsapevolezza dell’età delle ragazzine. I patteggiamenti sono dunque allo stato un’ipotesi. La polemica invece no, ed esplode con dure prese di posizione daparte della politica. Esprime «sconcerto» Sandra Zampa, deputato Pd e vicepresidente della commissione Bicamerale Infanzia eadolescenza. «E' evidente - ha dichiarato - che occorre assumere al più presto provvedimenti e che la politica deve correggere una via d’uscita troppo veloce e semplice, come una pena pecuniaria». 'No a patteggiamenti, a sconti di pena o a misure che porterebbero ad una rapida conclusione della vicenda sono contenuti anche in una mozione presentata da un gruppo di esponenti del Pd della capitale. Netto anche l’intervento di Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: «Ho istituito una commissione di esperti per migliorare efficacia sureati di violenza a minorenni», afferma. E si dice «sgomento"dall’eventualità che i clienti patteggino per «per evitare il processo e la gogna mediatica. Pagando 40 mila euro oppure scontando alcuni giorni di carcere. Rischia di essere un pessimo segnale rispetto all’epilogo di una storia che continua a vedereper protagoniste le ragazze minorenni coinvolte». Al momento però l’unica cosa certa è che la procura, dopo la chiusura della prima parte delle indagini, quella sullo sfruttamento delle due minorenni, chiederà prossimamente il rinvio a giudizio di otto persone. Tra loro Mirko Ieni e NunzioPizzacalla, ritenuti gli ideatori del giro di prostituzione che gravitava ai Parioli e che riguardava anche delle maggiorenni. A rischiare il processo anche la madre di una delle baby squillo,i clienti Riccardo Sbarra, Marco Galluzzo e Mario Michael DeQuattro. (ANSA).

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