"Il Cile ha affrontato bene questa prima fase dell'emergenza" dopo il terremoto nella notte nel nord del paese, ha sottolineato la presidente Michelle Bachelet, che ha dichiarato "zona di catastrofe" alcune delle aree più colpite. "L'allerta tsunami è stata data con prontezza", ha aggiunto la Bachelet durante una breve dichiarazione nel palazzo presidenziale della Moneda, precisando di aver dichiarato "zona di catastrofe" tre delle aree più colpite dal sisma: Arica, Parinacota e Tarapaca. "Domani mi recherò nella zona", ha aggiunto la presidente, confermando che cinque persone sono morte in seguito alla scossa di magnitudo 8.2. (ANSA)
Vivere con lo zaino accanto alla porta e con tutto pronto per scappare, pur di allontanarsi dal mare. Ad Iquique - 1.800 km a nord di Santiago, 250 mila abitanti - ormai da tempo serpeggiava la paura di un forte terremoto e di uno tsunami. Lo sguardo della città era rivolto verso il Pacifico. La scossa è infatti arrivata questa notte, ed è stata non solo lunga - circa un minuto - ma anche molto forte. Gli 'iquiquenos' erano quindi pronti all'incubo terremoto, visto che gli esperti avevano indicato che proprio la zona nord del Cile doveva essere al centro di un "grande" terremoto. E non erano d'altro lato mancate le avvisaglie: lo scorso 17 marzo la terra si era mossa con magnitudo 6.7. Quel giorno la metà della popolazione della città era stata fatta evacuare per circa tre ore nelle alture della zona, in un'area tra l'altro difficile - come gran parte della geografia cilena -, dove il mare e le colline sono distanti l'uno dall e altre appena un paio di chilometri. Negli ultimi 15 giorni, le scosse di diversa entità erano state circa 400, una quarantina quelle avvertite dalla popolazione. "La scossa di questa notte mi ha impaurito, tanto. Ma devo dire la verità, la paura si sentiva nell'aria da tempo. C'era per esempio molta gente che faceva acquisti consistenti nei supermercati per comprare acqua, alimenti non deperibili, ecc.", sottolinea all'ANSA Estela Rodriguez, la cui abitazione si trova a ridosso del centro della città. "Così è difficile avere una vita normale... E' come se tutti noi vivessimo in una costante fretta per tornare a casa". In altre parole, in un modo o in un altro, per le strade di Iquique si parlava solo del "gran terremoto". Negli ultimi giorni erano d'altra parte morte due persone: per la paura, a seguito di scosse di magnitudo 5.6 e 5.8 e a 15 minuti di distanza una dall'altra. Alejandra Flores, nata a Pica, vicino a Iquique, vive a meno di 200 metri dalla spiaggia. "E' vero, la tv esagera, è troppo 'catastrofista', ma devo ammettere - precisa - di stare sempre attenta, allerta. Da queste parti siamo abituati alle scosse, anche se è inutile negare che negli ultimi giorni la terra ha tremato piu' di una volta, molto spesso - fa notare - di domenica". (ANSA).
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