La base militare di Fort Hood, a Houston, Texas, teatro di una nuova strage, cinque anni dopo. Un militare di 35 anni, Ivan Lopez, ha aperto il fuoco in due diversi edifici uccidendo 3 persone e ferendone altre 16 prima di togliersi la vita con un colpo alla testa, mentre veniva affrontato da un militare donna. E’ stato riferito dal comandante di Fort Hood, il generale Mark Milley, in conferenza stampa. La strage è avvenuta ieri poco dopo le 16, ora locale. Ai primi spari l’intera area è stata isolata e gli abitanti di Fort Hood sono stati invitati tramite i social network a trovare riparo e a non uscire. L’attentatore soffriva di crisi depressive e di ansia. Aveva servito quattro mesi in Iraq nel 2011 ed era arrivato a Fort Hood solo lo scorso febbraio con moglie e figli. Era in terapia, prendeva farmaci ed era stato sottoposto ad accertamenti sul disturbo da stress post traumatico. Per il momento gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, compresa la matrice terroristica. I colpi d’arma da fuoco, una ventina, sono stati sparati una pistola semi automatica 45 Smith Wesson, acquistata di recente e mai registrata nella base come invece impone il regolamento. I primi spari sono stati esplosi nell’edificio medico, poi da un’auto e infine in un altro edificio adibito alla logistica e ai trasporti. L’epilogo in un parcheggio. Affrontato dalla polizia militare, il militare ha alzato le mani in senso di resa ma poi, all’improvviso, da sotto la giacca ha tirato fuori l’arma e si è sparato un colpo alla tempia. Durante l’attentato il militare indossava una divisa da combattimento. Sono in corso accertamenti sul suo background mentre la moglie e i figli sono stati allontanati dalla base.