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Parroco sospeso
da incarichi ecclesiastici

E' stato sospeso da tutti gli incarichi ecclesiastici, e sarà anche "oggetto di un procedimento al nostro interno", don Giovanni Desio, il parroco di 52 anni, da 13 in servizio alla chiesa di Casalborsetti, sul litorale ravennate, arrestato ieri mattina dalla polizia nell'ambito di un'indagine anti-pedofilia. Ad annunciarlo è stato il vescovo, monsignor Lorenzo Ghizzoni, poco prima di celebrare in mattinata la messa nella parrocchia rivierasca di fronte a poche decine di fedeli.

"I fatti sono gravissimi. E' vero che c'erano state polemiche dopo l'incidente", ha aggiunto il vescovo, alludendo alla notte del febbraio scorso in cui don Desio, con un suv Bwm nuovo da 35 mila euro e un tasso alcolemico di quasi quattro volte il limite (1.81), era finito nel canale di Casalborsetti dopo avere urtato un'auto in sosta. "Tuttavia non mi potevo certo aspettare nulla di quanto accaduto. Chiederemo un momento di preghiera per le vittime e le loro famiglie. E anche per don Giovanni, perché per lui c'è la necessità di recuperare un percorso normale". Monsignor Ghizzoni, tornato apposta da una 'due giorni' ad Assisi (Perugia) con i ragazzi della Diocesi, ha anche esortato i fedeli a essere uniti: "Siamo di fronte a un peccato dal punto di vista morale e a un reato dal punto di vista penale, oltre che a un disturbo di qualche tipo perché certamente occorre curare una persona così". Il vescovo ha infine sottolineato che "ci dobbiamo impegnare a dare sostegno alle vittime e collaborazione agli inquirenti".

Gli abusi sessuali attribuiti a don Giovanni Desio, il parroco di Casalborsetti arrestato ieri dalla squadra Mobile, vengono ricondotti ad almeno 4-5 ragazzini di età tra i 14 e i 15 anni, non tutti della medesima parrocchia. Il sacerdote è accusato di adescamento, atti sessuali con minorenni e sostituzione di persona. Le indagini, oltre che sull'esame delle intercettazioni, proseguono sugli elementi sequestrati in canonica, tuttora sigillata.

Tra il materiale sequestrato figurano il computer del prete, diverse foto, appunti, agende, materiale tecnologico e alcuni giochi. L'ipotesi di reato di sostituzione di persona, a quanto si è appreso, fa riferimento alle circostanze nelle quali poche settimane fa si era aperta l'inchiesta, coordinata dal Pm Isabella Cavallari. In quell'occasione il padre di un giovane aveva notato un messaggio sul profilo Facebook del figlio che aveva attirato la sua attenzione: il sospetto è che possa averlo scritto don Desio, utilizzando l'identità e la password del ragazzo al fine di autosostenersi, a nome del giovane, dopo l'incidente che a febbraio lo aveva visto finire ubriaco nel canale con il suo costoso suv Bmw da 35.000 euro. L'interrogatorio di garanzia del sacerdote, difeso dall'avvocato Enrico Maria Saviotti, è stato fissato per domani mattina davanti al Gip Rossella Materia, la stessa che aveva firmato la misura cautelare carceraria scrivendo, tra l'altro, che "di fronte a figura con spiccata spregiudicatezza e capacità a delinquere" e con "totale assenza di freni inibitori", la sua condotta "poteva essere contrastata solo attraverso la misura estrema di cautela". Sulla vicenda di don Desio è tornato questa mattina, con un nuovo tweet, il sindaco Fabrizio Matteucci. Ieri aveva scritto che "il cuore della città sanguina", oggi aggiunge che "Ravenna è attonita. I bambini sono il bene più prezioso. La comunita' chiede verità limpide, assunzione di responsabilita', giustizia severa".

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