Nel 2013 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dello 0,3%. Lo rileva l'Istat, segnando così una piccola ripresa, parlando infatti di ''modesto aumento''. Ma il potere di acquisto delle famiglie, cioè il reddito disponibile in termini reali, è sceso anche nel 2013, con un ribasso dell'1,1%. Così come cala ancora la spesa per consumi finali delle famiglie consumatrici, che registra una caduta dell'1,3% nel 2013. In ripresa invece la propensione al risparmio che lo scorso anno è stata pari al 9,8%, in recupero di 1,4 punti percentuali rispetto al 2012
Deficit/Pil al 2,8% al netto dei derivati - Il rapporto decficit-Pil nel 2013 si è attestato al 3%, dato valido ai fini dei parametri Ue per le procedure su deficit eccessivo. Lo conferma l'Istat, spiegando che senza le operazioni sui derivati il rapporto è stato pari al 2,8%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali sul 2012. L'impatto delle operazioni di swap sul deficit nel 2013 è stato pari a 0,2 punti percentuali. Corrispondenti a 3,2 miliardi di euro, in aumento a confronto con il 2012 di 1,3 miliardi (allora l'incidenza si era fermata a 1,9 mld).
Nel quarto trimestre 2013 l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari all'1,1%, risultando inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2012, spiega sempre l'Istat. Guardando al saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi), negli ultimi tre mesi dell'anno è risultato positivo e pari a 16.765 milioni di euro. L'incidenza dell'avanzo sul Pil è stata del 4,1%, inferiore di 0,1 punti rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2012. Il saldo corrente nel quarto trimestre 2013 è stato positivo e pari a 5.003 milioni di euro (9.153 milioni nel corrispondente trimestre dell'anno precedente), con un'incidenza sul Pil dell'1,2%.
Tasse al 51,5% nell'ultimo trimestre 2013 - La pressione fiscale nel quarto trimestre del 2013 è stata pari al 51,5%, in calo di 0,3 punti rispetto allo stesso periodo del 2012. La media annua per il 2013 si conferma invece al 43,8%. Lo rileva l'Istat, ricordando come la pressione sia 'fisiologicamente' più alta negli ultimi tre mesi dell'anno, periodo in cui si concentrano i pagamenti.