La compatibilità è talmente elevata - si parla del 99,99999987% - da essere diventata una certezza: Giuseppe Guerinoni è il padre biologico dell’uomo che ha ucciso Yara Gambirasio, il cosiddetto Ignoto 1, che non è ancora stato trovato. Il confronto del DNA - messo nero su bianco nella relazione consegnata in procura dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo - ha infatti confermato un’indiscrezione trapelata lo scorso ottobre e che toglie ogni dubbio agli inquirenti che, da tre anni e mezzo, indagano sull'omicidio della tredicenne di Brembate Sopra rapita il 26 novembre 2010 e trovata senza vita tre mesi più tardi in un campo di Chignolo d’Isola. La certezza della paternità di Guerinoni si accompagna però all’impossibilità, per il momento, di stabilire l’identità dell’assassino di Yara: gli inquirenti continuano a non sapere chi possa essere, pur essendo in possesso del suo profilo genetico, quello che ha appunto consentito di accertare la relazione padre-figlio. Il DNA del killer era stato ritenuto da sempre 'altamente indiziariò, visto che era stato ricavato da una traccia di sangue ritrovata sui vestiti di Yara: quasi certamente l’assassino si era ferito con un coltellino tentando di tagliare gli slip alla tredicenne. La certezza scientifica che 'Ignoto 1' sia figlio illegittimo di Guerinoni, l’autista di Gorno scomparso a 61 anni nel 1999 e la cui salma era stata riesumata nel marzo dell’anno scorso, è data dal fatto che due profili genetici non possono coincidere in maniera così infinitesimale tranne che nel caso ci si trovi di fronte a un rapporto di parentela stretto come quello tra padre e figlio. I tre figli legittimi di Guerinoni, due maschi e una femmina, erano già stati sottoposti al confronto del DNA, ma con esito negativo. L’unica ipotesi plausibile è che Guerinoni abbia avuto un figlio illegittimo, che è l’omicida ricercato da ormai oltre tre anni. Tra l’altro già un precedente confronto del DNA aveva confermato la paternità di Guerinoni: la traccia genetica trovata su Yara era stata infatti confrontata dalla polizia scientifica di Roma e dall’università di Tor Vergata con il DNA dell’autista di Gorno ricavato da un vecchio francobollo sulla patente di guida di Guerinoni. In quel caso la compatibilità era risultata pari al 99,9999927%. Il confronto con il profilo genetico estratto da un femore del bergamasco dall’antropologa forense Cattaneo ha dunque garantito lo 0,00000717% di compatibilità in più. Un ulteriore scrupolo disposto dalla procura di Bergamo per escludere la già remota eventualità che la saliva presente sul bollo della patente non appartenesse a Guerinoni. All’autista di Gorno gli inquirenti erano arrivati attraverso un suo nipote, un giovane che frequentava un locale situato vicino al campo dove venne trovato il corpo di Yara: gli inquirenti avevano deciso di prelevare il DNA a tutti i frequentatori per raffrontarli con 'Ignoto 1'. Ricostruendo il suo albero genealogico si era arrivati a Guerinoni, il cui DNA era ancora più simile a quello di 'Ignoto 1'. Per un’altra coincidenza la madre del giovane aveva tra l’altro lavorato per un certo periodo di tempo, in passato, come collaboratrice domestica proprio a casa Gambirasio. Finora i confronti del DNA sono stati 18 mila. Ma il killer non ha ancora un nome.
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