Accogliendo un ricorso collettivo presentato due anni fa, i
giudici hanno affermato che «è diritto di ogni essere umano
scegliere il proprio genere sessuale». I transessuali, o 'hijrà
come sono chiamati in hindi, saranno quindi liberi di
identificarsi in una terza categoria che non è quella di maschio
o femmina.
Con questo verdetto, l’India diventa uno dei pochi Paesi al
mondo che prevede il «terzo genere». Il Nepal, il Bangladesh e
il Pakistan, dove ci sono delle grandi comunità di 'hijrà,
hanno già seguito la stessa strada in passato.
Una sezione del massimo organo giudiziario, composta dai
giudici K.S.Radhakrishnan e A.K.Sikri, ha stabilito che i
transessuali devono avere gli stessi diritti degli altri
cittadini e che devono essere considerati come minoranza da
tutelare. Il che significa che possono accedere alle 'quote
riservatè ad alcune minoranze e caste inferiori nelle scuole e
nella pubblica amministrazione nell’ambito delle politiche di
discriminazione positiva. E’ previsto che abbiano accesso al
sistema sanitario e anche il diritto a usufruire di bagni
pubblici separati.
agli Stati di avviare programmi di 'welfarè e campagne di
sensibilizzazione.
Secondo diverse stime ci sono dai 3 ai 5 milioni di 'hijrà
in India, una ampia categoria che comprende dai travestiti fino
ai castrati, una brutale pratica che è rimasta fino ai nostri
tempi. Molti sono coinvolti nella prostituzione o vivono di
elemosine che raccolgono durante feste di matrimonio e varie
celebrazioni dove sono considerati di 'buon auspiciò.
Come ha riconosciuto
discriminati e anche spesso vittime di abusi nella società
indiana che ha ancora molti pregiudizi su omosessuali e
transessuali. Il loro ostracismo risale a una legge del 1871,
nel periodo coloniale britannico, che li considerava come
'criminalì.
La comunità di transessuali e i difensori di diritti umani
hanno accolto oggi con soddisfazione la sentenza della Corte
Suprema che li riconosce «terzo genere sessuale», ma sono
convinti che ci vorrà ancora tempo per essere accettati dalla
società.
«Questo verdetto è giusto perché ci riconosce come terzo
genere - ha detto Shaila Jaan, un transessuale intervistato
dall’agenzia di stampa Ians - ma temo che ci sarà sempre
discriminazione. Le cose possono migliorare solo se la gente
cambierà la sua mentalità verso di noi. C'è bisogno di
sensibilizzare l’opinione pubblica e di una modifica del sistema
scolastico».
La sentenza ridà speranza alla battaglia della comunità Lgbt
(lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) diretta a ottenere
l'abolizione del vecchio e obsoleto articolo 377 del Codice
penale indiano che vieta il 'sesso contro naturà come la
sodomia e la fellatio. Rovesciando una precedente decisione di
una corte inferiore del 2009, lo scorso dicembre
Suprema aveva reintrodotto la disposizione in base alla quale i
rapporti tra omosessuali sono illegali. (ANSA)
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