Un vecchio omicidio che rappresentò una pietra miliare negli equilibri della mafia barcellonese. E’ quello di Ninì Rottino ucciso sotto la sua abitazione di Mazzarrà S.Andrea la notte del 22 agosto 2006. Un delitto per il quale è stato già condannato all’ergastolo in Appello, Aldo Nicola Munafò. Ora, a distanza di otto anni da quella esecuzione, la DIA ha chiesto il rinvio a giudizio per Enrico Fumia, accusato di aver partecipato a quella spedizione di morte insieme con Munafò. La richiesta è dei sostituti Giuseppe Verzera e Camillo Falvo che rappresenteranno l’accusa nell’udienza preliminare fissata per il 27 maggio prossimo davanti al gup Maria Teresa Arena.
Il nome di Fumia è venuto fuori per la prima volta durante le udienze del processo Vivaio, il procedimento sulla mafia dei rifiuti che ha portato alla sbarra boss e gregari di Cosa Nostra barcellonese e nel quale Munafò, il mese scorso, è stato condannato in secondo grado per l’omicidio di Rottino.
I pentiti Carmelo Bisognano e Santo Gullo hanno accusato Fumia di aver partecipato all’uccisione di Rottino. Un omicidio del quale aveva abbondantemente parlato il collaboratore di giustizia Salvatore Artino che però non aveva fato il nome di Fumia accusando il padre Ignazio ed il Munafò i quali avrebbero esploso diversi colpi di lupara all’indirizzo del vivaista di Mazzarrà.
La Corte d’assise trasmise gli atti alla DIA per procedere nei confronti di Fumia ma i sostituti Verzera e Falvo al termine delle indagini chiesero l’archiviazione. Richiesta respinta dal gip De Marco secondo il quale ci sarebbero stati invece gli elementi per l’imputazione. Le successive indagini hanno indotto i magistrati della DIA ad avanzare la richiesta di rinvio a giudizio.
Rottino, secondo i pentiti, fu ucciso per contrasti interni alla mafia barcellonese. In particolare avrebbe trattenuto per se i 120 mila euro provento di estorsioni con le quali aveva realizzato un vivaio.
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