E' entrato nella stanza d'ospedale, dove era ricoverato il figlio, ha estratto la pistola regolarmente detenuta, ha sparato un colpo con cui lo ha ucciso, poi è andato in bagno e si è sparato a sua volta, morendo anche lui immediatamente, in presenza di un altro paziente, un anziano che poi è stato trasferito in un'altra stanza. E' successo attorno alle 20 a Scandiano, nel reparto di medicina nel locale nosocomio in cui Andrea Degani, 35 anni, era ricoverato per un diabete, e dove il padre Enrico, di 66, ha deciso di porre fine alle esistenze di entrambi, minate pari dalla tossicodipendenza che aveva devastato i rapporti dei due. Il dramma della droga, la tragedia di una famiglia residente nella vicina Rubiera, è maturata nel reparto di medicina dell' ospedale scandianese, dove Degani era andato a farsi curare problemi di un diabete ma, pare, dopo aver lasciato volontariamente (non si sa se dopo esserne fuggito) una comunità di recupero. Evidentemente una situazione divenuta insostenibile per il genitore, che ha deciso di terminarla nel modo più drastico. Entrambi sono morti sul colpo. Andrea Degani gestiva un bar a Reggio Emilia insieme all' unico fratello, accorso appena saputo all'ospedale con la madre, evidentemente sconvolti dalla sciagura che era caduta loro addosso all'improvviso. Sul posto anche i carabinieri, mentre la confusione seguita all'omicidio-suicidio è stata rapidamente ricomposta. L'unico testimone possibile stava dormendo in quel momento, ed è stato spostato in una stanza per liberare quella in cui si era consumato il fatto di sangue. Quindi, un'improvvisata conferenza stampa del direttore sanitario per raccontare gli ultimi istanti del tragico fatto.
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