Sorpresa per nulla gradita dai cittadini vedere, nella mattinata di sabato, davanti alle proprie abitazioni, i sacchetti di rifiuti non ritirati. Gli operatori della Multiecoplast, l’impresa che ha avuto rinnovato l’affidamento del servizio da aprile, per sei mesi, hanno incrociato le braccia, in attesa di ricevere le mensilità arretrate. «Da gennaio ad oggi sono state emesse due ordinanze temporanee, la prima fino al 31 marzo la seconda per altri sei mesi – dichiara Salvatore Mignacca, rappresentante Cgil dei lavoratori – ma ancora non abbiamo visto un solo euro di stipendio. Gli operatori – prosegue Mignacca – come sempre con grande senso di responsabilità hanno garantito finora il servizio, anche in occasione della Fiera storica del 14 e 15 aprile scorso, ma oggi, alla vigilia della Pasqua, non ci sentiamo di continuare a lavorare senza un soldo sul conto corrente. I rifiuti rimarranno in strada almeno fino a martedì». Per i sindacati è battaglia aperta da tempo con l’Amministrazione. Il rappresentante Uil Nunzio Musca afferma di aver sollecitato, con due note, alcune spinose questioni: «Ho scritto personalmente al sindaco sia per quanto riguarda il problema della rimodulazione del servizio che ha determinato un taglio orario per alcuni lavoratori, sia per sollecitare il pagamento degli stipendi delle prime tre mensilità del 2014. Ad oggi, però, nessun passo concreto è stato compiuto, dunque ritengo sacrosanto che gli operatori attuino le loro forme di protesta». Che si sarebbe giunti ad un punto di rottura, era facilmente prevedibile. L’assessore al Bilancio Marco Vicari ha più volte pubblicamente detto che nel 2013 su una fatturazione di 3 milioni e 200 mila euro, gli utenti che hanno pagato la Tares sono stati soltanto il 25 per cento ed il gettito è stato di appena 950 mila euro. «Nel lungo ponte di Pasqua la nostra città è abbandonata al degrado e sommersa di rifiuti, scrivono in una nota stampa i capigruppo dell’area di maggioranza consiliare D’Angelo, Indriolo, Befumo, Barbuzza e Gumina. Appaiono incomprensibili i motivi dei continui disservizi, a fronte di costi elevati sostenuti dai cittadini».