Il ministro Boschi ha annunciato che il governo pone la fiducia sul dl lavoro parlando in apertura di seduta alla Camera.
Cominceranno domani alle 13,30, alla Camera, le dichiarazioni di voto sulla fiducia al decreto lavoro, seguito dalla chiamata nominale. Giovedì 24 aprile, alle 12, ci saranno le dichiarazioni in diretta tv e poi il voto finale. E' quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Il termine per la presentazione degli ordini del giorno scade domani alle 10.
"Voteremo la fiducia alla Camera ma non rinunciamo a dare battaglia al Senato per difendere il Dl Poletti". Lo dice la capogruppo del Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo. "Esistono due sinistre: quella riformista di Renzi e Poletti e quella conservatrice di Damiano", aggiunge De Girolamo.
Scelta Civica propende per un sì alla fiducia posta dal governo su decreto lavoro. E' quanto si apprende da fonti parlamentari secondo le quali, tuttavia, l'ok dei civici è subordinato alla necessità di correggere il testo al Senato.
"Il ministro per i rapporti con il Parlamento presenterà in Aula il decreto Lavoro e chiederà la fiducia". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al suo arrivo alla Cia. "Al Senato si continuerà a discutere naturalmente", afferma il ministro che aggiunge con il Ncd, ''non è ancora tutto risolto''.
Brunetta, governo non ha più maggioranza - "Questo governo non ha più la maggioranza ed i numeri per governare. Altro che treno veloce, corre solo per andare a sbattere". Lo afferma il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta. "Hanno messo la fiducia e già concordato dei cambiamenti al Senato. Questo è vergognoso", aggiunge Brunetta.
Nessuna intesa al vertice di maggioranza sul decreto Lavoro - I ministri Boschi e Poletti hanno tentato una mediazione ma, a quanto si apprende, tra Pd e Ncd non si è raggiunto un accordo sulle modifiche: Ncd voleva modifiche sulle sanzioni per l'apprendistato e il Pd che scendesse da 5 a 4 il numero dei contratti a termine.
Padoan, accelera benefici ripresa su occupazione - Il decreto lavoro che approda oggi in aula alla Camera "accelera il beneficio in termini di occupazione della ripresa che si sta consolidando". Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo a Radio Anch'io. Quanto alla riforma Fornero, per il ministro "non è che non vada più bene, il fatto è che nel frattempo le condizioni recessive da allora sono peggiorate, la ripresa è fragile e stenta a tradursi in più occupazione".
Toti, ancora una volta in Pd prevale ideologia - "Ancora una volta nel Pd prevale un'impostazione ideologica. Era stato fatto un decreto che flessibilizzava il mondo del lavoro dopo i tanti danni fatti dalla legge Fornero, oggi si torna indietro, come spesso fa il Pd: si limita la flessibilità e si peggiora il lavoro fatto fino ad esso". Lo afferma Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, a 'Studio Aperto', sottolineando come "cambiare" il testo iniziale del decreto lavoro sia "sbagliato".
Brunetta, tornare a impianto originario dl - "Come abbiamo avuto modo di denunciare nei giorni scorsi, è più che mai evidente l'enorme problema politico che si è creato all'interno della maggioranza sul decreto Poletti. Nel corso dei lavori in Commissione, Forza Italia è stata disponibile ad apportare modifiche al testo, ma il dibattito si è risolto in un braccio di ferro tra la sinistra del Partito democratico e il Nuovo Centrodestra, che adesso sostiene che il decreto sia stato peggiorato. Noi non ci stiamo: su un tema così delicato, che riguarda la vita di lavoratori ed imprese, uno scontro di questa portata non può che suscitare allarme e preoccupazione". Lo dice il presidente dei deputati di Fi Renato Brunetta. "Non possiamo accettare che i dissidi interni alla traballante maggioranza di governo siano messi a tacere con l'apposizione della questione di fiducia. Chiediamo il ritorno all'impianto originale del decreto, che ci ha trovati favorevoli fin dall'inizio: in questa direzione vanno i nostri emendamenti presentati in Aula; è l'unica strada per evitare l'ennesimo pasticcio del Governo Renzi", conclude
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