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Messina riprende in mano la "falce"

Messina punta i riflettori sulla fetta di territorio più bistratto della città: la zona falcata. E scopre potenzialità enormi fin qui sottovalutate più o meno volutamente. Dalle grandi possibilità di sviluppo economico, alle bellezze naturali passando per l’enorme ricchezza che ci è stata tramandata dalla storia attraverso le vestigia della Real Cittadella. Fin qui però è stato solo degrado, abbandono ed incuria. La svolta potrebbe giungere con la firma dell’accordo, concluso avantieri che ha sancito la fine dell’ente porto,  la consegna delle aree all’autorità portuale che ora avrà la responsabilità della gestione e la rinuncia delle parti a proseguire qualsiasi azione davanti all’autorità giudiziaria. Primo importante appuntamento l’otto maggio quando dovrà avvenire ufficialmente la consegna delle aree dall’ente porto all’autorità portuale. Da quel giorno toccherà all’Autorithy gestire le aree della zona falcata e deciderne i destini futuri.

Il primo passo dello storico accordo è già segnato e riguarda l’immediata bonifica della stazione di degassifica, ovvero l’ex Smeb. Per questa irrinunciabile operazione c’è già un finanziamento di 997 mila euro ma la Regione si è già impegnata a reperire altri finanziamenti sia nazionali che internazionali per portare a compimento un intervento senz’altro impegnativo per smantellare un ecomostro responsabile per anni dello spargimento di veleni nell’aria e nel terreno. Ma questo è solo un aspetto, forse il più importante. C’è poi da intervenire per il recupero dei resti della seicentesca Real Cittadella, opere di ingegneria militare di rara bellezza abbandonate incomprensibilmente per decenni e capaci di attirare turisti se sfruttata adeguatamente, e la demolizione dell’inceneritore di San Raineri, altra mostruosa struttura realizzata senza alcun criterio nella storica falce.

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