Giuseppe Centorbi, il contadino di Licata che nel 2011, a Butera, nel Nisseno, uccise il suo vicino di casa, Filippo Militano, 48 anni, la moglie, Giuseppa Carlino, di 45, e il figlio Salvatore, di 13, è totalmente incapace di intendere e di volere. Lo ha stabilito la corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, presieduta da Maria Giovanna Romeo, ribaltando il verdetto di colpevolezza emesso dai giudici di primo grado che, riconoscendo sano di mente l’imputato, gli avevano inflitto la condanna all’ergastolo e al pagamento di due milioni di euro ai parenti delle vittime. Determinanti gli esiti di una nuova perizia psichiatrica collegiale chiesta dall’avvocato Salvo Macrì, difensore di Centorbi.I periti hanno stabilito che l’assassino «è affetto da delirio strutturato di persecuzione a carico della vittime». Secondo gli esperti, l’imputato si sentiva così minacciato dai Militano da convincersi che se non li avesse uccisi subito sarebbero stati loro a uccidere lui. A Centorbi sono state revocate anche la condanna al risarcimento e la misura cautelare. Verrà ricoverato in un ospedale psichiatrico. La lettura del dispositivo è stata accolta dalle proteste dei parenti delle vittime che, in lacrime, hanno gridato ai giudici: "Li avete uccisi di nuovo!». (ANSA).
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