Gli antichi greci sono "nostri contemporanei"? La tragedia greca può ancora parlarci ed indicare la via del vivere civile? Sono gli interrogativi ai quali giunge lo spettatore sensibile al termine del grandioso spettacolo, il secondo della serie di quest'anno, delle "Eumenidi" e "Coefore", messe insieme nel magnifico Teatro Greco di Siracusa assiepato da migliaia e migliaia di spettatori. Uno spettacolo nella tradizione grandiosa nelle messe in scena dell'Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda). Sul palco un cast imponente, che ha la sua punta massima nell'apparizione di Piera Degli Esposti nella parte della dea Minerva; poi una decina di attori importanti, 30 coristi e 40 giovani figuranti: un kolossal, insomma, con elementi teatralmente efficaci (luci, suoni, fumogeni in scena, etc.) anche se a tratti un po' soverchianti rispetto al cuore della tragedia. Lo spettacolo mette insieme la seconda e la terza parte della trilogia dell'"Orestea": le "Coefore" (cioè le portatrici di libagioni per i morti) e le "Eumenidi" (che impersonano lo spirito della vendetta). Nel primo testo Oreste uccide la madre Clitennestra per vendicare suo padre Agamennone; nel secondo Oreste affronta il giudizio degli dei, che creano un tribunale e per la prima volta interrompono la catena dei delitti, ponendo le basi per la legge uguale per tutti. Siamo dunque ad una svolta epocale, alla creazione di una inedita legalità, della quale sono garanti Apollo e gli altri dei. Tutto questo tiene presente il regista Daniele Salvo, che ha cercato di intrecciare elementi efficaci della scenografia e dei movimenti di massa con la parte più riflessiva del dramma, quella che si conclude con il verdetto della legalità e che ha qualche punto di contatto con la nostra realtà odierna, dove la legalità è spesso carente. La regia, dunque, sceglie un doppio registro: uno è costituito dagli elementi teatralmente più forti; l'altro vive della più intima esposizione delle ragioni e delle motivazioni che il prode Oreste porta in sua difesa per aver ucciso la madre. Quanto agli attori, il cast è notevole. Piera Degli Esposti, che da molti anni non calcava le scene, offre l'interpretazione brillante della dea Minerva, la dea del giudizio. Elisabetta Pozzi è Clitennestra, che tenta inutilmente di sottrarsi alla vendetta del figlio. Oreste è interpretato dal televisivamente popolare Francesco Scianna. Ugo Pagliai è un dio Apollo autorevole e sereno, Paola Gassman una profetessa autorevole, ed altri ancora. Gli applausi della grande platea di pietra hanno premiato tutti. Questa sera debutta la commedia di Aristofane "Le Vespe": il tema della giustizia torna in scena. Poi repliche alternate dei tre spettacoli fino al 22 giugno.