Lunedì 18 Novembre 2024

Spagna, debacle PP-Psoe
exploit degli "indignados"

Cinque anni di crisi e politiche di austerità in Spagna hanno portato a un dura sconfitta alle Europee per il Partido Popular (PP) al governo e per il principale partito dell'opposizione, il Psoe, e l'exploit del nuovo partito Podemos, che coagula il voto di protesta degli indignados. In Catalogna, il partito indipendentista repubblicano Erc per la prima volta dal ritorna della democrazia è il partito più votato nella regione, avanti ai partner di governo di Convergencia i Union (CiU) del premier catalano Artur Mas. Nonostante l'euroscetticismo crescente, il test europeo non è stato marcato dall'astensionismo record previsto dai sondaggi: l'affluenza del 45,6% è stata lievemente superiore a quella del 2009. I dati definitivi ratificano il PP come il partito più votato, con il 26% dei voti e 16 scanni, tre punti avanti sul Psoe, col 23% e 14 seggi, rispettivamente con 8 e 9 seggi meno che nel 2009. Ma segnano una sostanziale fine del bipartitismo, dal momento che i due principali partiti, che assieme nel 2009 catalizzarono l'80,9% voti, non arrivano al 50% dei suffragi. I grandi beneficiari della debacle delle due principali forze politiche sono Izquierda Unida, la Sinistra Unita, che si converte nella terza forza politica, triplicando da 2 a 6 il numero di eurodeputati con il 9,9% dei voti. Ma, soprattutto, Podemos, la nuova formazione guidata da Pablo Iglesias, 35enne professore di Scienze Politiche, che irrompe nel Parlamento Europeo con 5 scanni e il 6,46% dei voti. Il centrista Union Progreso y Democracia (UPyD), di Rosa Diez, conquista parte del voto di protesta dei Popolari e dei socialisti e passa da 1 a 4 seggi, con il 6,47% dei voti, a fronte del 2,8% del 2009. Ciudadans, il suo omologo in Catalogna, conquista 2 seggi con il 3,16% dei voti. Coalicion por Europa, che unisce i partiti nazionalisti democristiani, basco e catalano, CiU e Pnv, fino a ieri la terza forza politica, scivola al sesto posto, con il 5,45% dei voti e mantiene i 3 seggi che aveva finora. In Catalogna, la Izquierda para el diritto a decidir (Erc) segna un sorpasso storico come partito più votato rispetto a CiU e registra due seggi a livello nazionale, al pari di Movimiento Ciudadano. La coalizione Los Pueblos decide, degli indipendentisti baschi di EH Bildu e del Blocco Nazionalista galiziano BNG, entra nell'Europarlamento con 1 seggio, come la coalizione Primavera Europea, costituita dai gruppi ecologisti e per la nuova cittadinanza europea, Equo, Compromis e Cha. Il voto di protesta contro la corruzione politica, la lunga crisi economica che ha impoverito la classe media, aumentato la povertà e infoltito l'esercito di cinque milioni di disoccupati, castiga Popolari e socialisti e premia complessivamente le formazioni di sinistra. Restano fuori dall'Europarlamento, la Red ciudadana Partido X, con il capolista Hervé Falciani e Vox, costola del PP, alla destra del partito conservatore. Il messaggio della ripresa economica sul quale il PP aveva costruito la campagna elettorale ha provocato il voto di protesta dell'elettorato anche conservatore evidentemente deluso. La campagna incentrata sulla gaffe 'machista' del capolista Miguel Angel Cañete, a proposito della "superiorità intellettuale" nei confronti della capolista socialista, Elena Valenciano, non è servita a salvare il Psoe dalla debacle. Il voto, secondo gli analisti, ha comportato una frammentazione di tipo ideologico. Dopo il crollo superiore al 30% del partito di governo, le opposizioni esigeranno un cambio nelle politiche di austerity finora imposte da Bruxelles. Ma, a partire dal terremoto nelle urne, anche i socialisti del Psoe metteranno in discussione la leadership di Alfredo Perez Rubalcaba.

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