"Carlo Savalli, nel gioco libero, alternava momenti di dolcezza a momenti di violenza. Prendeva i pupazzi e li faceva prima baciare e poi bastonare tra loro. Quando chiedevo perchè, mi rispondeva "Sai, papà se ne è andato". Sulla cartella redatta da un’assistente sociale si parlava di un periodo di crisi tra i coniugi Savalli che si ripercuoteva sul bambino". Lo ha riferito davanti alla Corte d’Assise di Trapani, la logopedista Angela Maria Castiglione, che ebbe in cura per alcuni anni il figlio minore di Salvatore Savalli, l’operaio imputato per l’omicidio della moglie Maria Anastasi, uccisa al nono mese di gravidanza e bruciata nelle campagne di Trapani il 4 luglio 2012. Nel processo è imputata anche l’amante di Savalli, Giovanna Purpura. (AGI)