«Questo presidente si deve dimettere », sostengono i deputati del Movimento Cinquestelle, che ieri, a coronamento del duro scontro in aula col presidente col presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ne hanno chiesto le dimissioni, più che per aver ricordato in aula che a termini di Statuto gli stipendi dei dipendenti regionali non possono essere inferiori di quelli degli statali, soprattutto per aver criticato un loro emendamento tendente ad ottenere la revoca del vitalizio dell’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, maturato prima che la Cassazione sancisse la sentenza di condanna per reati di mafia, scavalcando, quindi, il principio della irretroattività delle norme giuridiche. E, come se non bastasse, Ardizzone, rivolto all’ex capogruppo Giancarlo Cancelleri, che nel corso di una trasmissione televisiva nazionale aveva definito il vitalizio a Cuffaro come un privilegio non dovuto, attribuendone la responsabilità alla presidenza dell’Ars, come se si trattasse di una donazione e non di un atto dovuto, aveva cercato di giustificare quell’af - fermazione ricordando che, in fondo, il deputato Cancelleri non aveva compiuto studi giuridici. Il che ha provocato la dura reazione del capogruppo Francesco Cappello il quale, dall’al - to della tribuna parlamentare, ha ricordato ad Ardizzone che lui per primo è un avvocato. E lo ha ribadito anche ieri, nel corso della conferenza stampa, convocata, appunto, per chiedere le dimissioni di Ardizzone. «Il presidente ci ha messo sotto accusa – ha ricordato – perché abbiamo sollevato il problema anche sulle tv nazionali e ha usato tutto il parlamento per regolare un conto aperto con noi. Ardizzone – ha sottolineato Cappello –non ha più il primato morale perché ha dimostrato di non essere superpartes e inoltre non sa di che parla: la questione del vitalizio non è di natura penale, ma economica».. Quindi, ha ricordato che, con l’approva - zione della legge sulla spending review, è stata introdotta una norma che prevede la sospensione all’erogazione del vitalizio per gli ex deputati che abbiano commesso reati contro la pubblica amministrazione. «Perché allora – si è chiesto – non estendere questa norma anche a quelli per mafia? Avevamo chiesto di farlo fin dall’inizio, da quando la commissione stava mettendo a punto il testo di legge, ma la proposta è stata bocciata, così come è successo in aula». Ma non è solo per il vitalizio a Cuffaro che i Cinquestelle vogliono le dimissioni di Ardizzone. «Sono mesi – ha spiegato il deputato Giorgio Ciaccio – che chiediamo agli uffici dell’As - semblea di sapere chi prende i vitalizi e che vengano rese note le buste paga dei dipendenti dell’Ars e soprattutto del segretario generale. Ma le nostre richieste non hanno mai avuto seguito. Sono dati a noi inaccessibili: Ardizzone si riempie la bocca della parola trasparenza e poi ci impedisce di avere informazioni che essendo deputati siamo più che titolati ad avere ». La conferenza stampa non era ancora conclusa che su Facebook è arrivata la risposta del presidente dell’Ars. «Alla prima occasione –ha affermato Ardizzone – regalerò ai deputati grillini una copia del libro “il grillo parlante”, edito nel 1983 da un autore contemporaneo come Roberto Gervaso, sottolineandogli l’aforisma: “la morale ci dice quello che dobbiamo fare. Il moralismo quello che gli altri facessero”. Intanto, il deputato nazionale Alessandro Di Battista ha reso noto che «Riccardo Nuti, qui alla Camera, presenterà un’inter - pellanza urgente per chiedere al governo nomi e cognomi dei mafiosi che percepiscono vitalizi e cosa intenda fare il governo Renzi rispetto a questa indecenza ».
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