Tentato omicidio aggravato. E' l'accusa, pesantissima, che la Procura dei minorenni di Cagliari contesta a uno studente di 16 anni che stamattina, all'ingresso dell'Istituto Tecnico Industriale Othoca di Oristano, ha accoltellato una coetanea della quale si era invaghito a scuola, senza essere ricambiato. Lei frequenta il terzo, lui il secondo, ma oggi l'anno scolastico è finito in anticipo per entrambi. La ragazza, residente a Ollastra, 1.250 abitanti a pochi chilometri da Oristano, è in ospedale dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico di tre ore. Non è in pericolo di vita. Il ragazzo, residente a Bolotana, poco meno di 2.900 abitanti nel Nuorese, è stato arrestato e ora è ospite di un Centro di prima accoglienza. L'aggressione è stato solo l'ultimo e il più grave di una lunga serie di episodi di stalking cominciata già all'inizio dell'anno scolastico, che avevano anche portato a un provvedimento di sospensione per lo studente. I compagni e i genitori della ragazza raccontano di ingiurie e sms pesanti inviati per telefono e perfino di uno sputo proprio nel piazzale della scuola. Ai genitori, prima di entrare in sala operatoria, la ragazza ha raccontato infatti di essere stata colpita all'improvviso da dietro. Quattro i fendenti messi a segno, alla coscia e all'addome, con un coltello a serramanico con una lama lunga 12 centimetri. Quando la ragazza è stata soccorsa dall'ambulanza del 118 le ferite non sembravano poi tanto gravi, in ospedale invece la Tac ha rivelato lesioni profonde che hanno imposto l'immediato intervento dei chirurghi. Subito dopo l'aggressione il ragazzo è scappato. Un insegnante ha provato inutilmente a raggiungerlo. Poi lo hanno bloccato gli agenti della Polizia ferroviaria alla stazione, dove si era diretto. Forse voleva prendere il treno per tornare a casa. Per ricostruire l'episodio, gli uomini della Squadra Mobile hanno sentito a lungo molti compagni dei due ragazzi e anche il dirigente della scuola che entrambi frequentavano. I genitori della ragazza, rassicurati dai medici sulle condizioni della figlia, non sembrano mostrare odio o rancore nei confronti del ragazzo. Il padre invece accusa la scuola: "Non possiamo mai essere sicuri di nulla, dovrebbe essere il posto più sicuro per i nostri figli e invece succedono queste cose". E aggiunge: "un ragazzo di 16 anni che va a scuola con un coltello a serramanico in tasca non può essere una cosa normale". "Oggi tutti noi genitori, insegnanti, la politica - commenta Caterina Pes, membro della Commissione Istruzione della Camera - ci dobbiamo fermare a riflettere non solo sul disagio individuale e sociale da cui questi episodi scaturiscono, ma anche sul ruolo e la forza dell'educazione". (ANSA) |
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