La mancanza di lavoro che offende la dignità. Un nutrito gruppo di lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga di una decina di comunità (arbëreshe e non), ha chiesto al vescovo di Lungro monsignor Donato Oliverio di interessare Papa Francesco, per il tramite di monsignor Nunzio Galantino vescovo di Cassano Ionio e segretario generale della Cei, della grave situazione in cui vivono. Dopo aver a lungo colloquiato con il massimo esponente dell’Eparchia di Lungro, i precari hanno condensato in un documento le ragioni del loro disagio. «Da diversi mesi non percepiamo alcun reddito – scrivono - e siamo senza la certezza per la proroga degli ammortizzatori sociali per l’anno in corso. Siamo diventati un esercito di precari di ex lavoratori (disoccupati, cassintegrati, in mobilità ordinaria e in deroga) ma con un unico destino la mancanza di un lavoro e di una nostra identità. Tale situazione che opprime la nostra dignità di esseri umani, non è più sostenibile». Nella nota che gli interessati hanno fatto recapitare al presidente del consiglio Matteo Renzi, si propone di trovare le risorse necessarie per garantire il pagamento delle mensilità arretrate degli ammortizzatori sociali per l’anno 2013. Per i lavoratori in mobilità in deroga che prestano servizio nei Comuni, si chiede il riconoscimento del lavoro svolto e una concreta collocazione con la stipula di apposite convenzioni tra lo Stato e gli enti territoriali. Per i lavoratori “over 55” vicini alla pensione, si spera di trovare una soluzione sotto forma di accompagnamento che li aiuti a collocarsi a riposo. Il gruppo si appella alla sensibilità di Papa Bergoglio affinché il Santo Padre, da sempre sensibile ai problemi sociali delle fasce più deboli, lanci un messaggio al Governo italiano finalizzato a catalizzare una maggiore attenzione alle problematiche che attanagliano il bacino dei lavoratori precari.
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