Figlia di un torero, sorella di una ballerina di flamenco, rivendica con forza il suo essere spagnola, ed esattamente di Siviglia. È Paz Vega, che ha tenuto oggi la sua Tao Class al Taormina Film Festival che si chiude domani, raccontando della sua ingiusta fama di sex symbol, del suo trasferimento ad Hollywood e della fuga del padre dalla sala di fronte alle sue prime nudità in Lucia y el sexo (2001) di Julio Menez. Molto alta, vestita con pantaloni e top bianco, l'attrice che ha lavorato, tra gli altri, con Almodovar, i fratelli Taviani e Michele Placido ha risposto con ironia e semplicità a tutte le domande. Ecco una sintesi delle cose dette.
CINEMA SPAGNOLO - L'industria spagnola non va troppo bene. Così molti attori, come me, e anche registi passano a lavorare in altri paesi. Se non trovi lavoro nel tuo paese è normale che vai fuori.
HOLLYWOOD - Alla fine girare in Spagna o a Hollywood è la stessa cosa, tranne per i budget che sono diversi e molto più importanti. Mi sono trasferita inizialmente ad Hollywood con il film Spanglish. Poi ho lavorato con Morgan Freeman e quando sono arrivati altri impegni ho deciso con mio marito di vivere qui.
FAMIGLIA - Padre torero e sorella cantante, mi sento molto spagnola. Quando ero piccola non mi rendevo conto del pericolo del mestiere di mio padre. Lui mi portava alle corride e io non mi sono mai sentita spaventata. Era solo molto bello ed emozionante da osservare.
SEX SYMBOL - Quando ho letto la sceneggiatura di Lucia y el sexo mi sono subito detta: che diranno i miei genitori quando mi vedranno in questo film? Poi ho pensato che un attore può fare tutto, scene di sesso come interpretare una suora. L'importante è essere sempre credibile. Nei miei 40 film, solo in pochi sono un sex symbol. Comunque, quando mio padre si è seduto in sala per vedere il film di Menez, non appena ha visto l'inizio della prima scena di sesso è scappato. Anzi ancora oggi dice di non averlo mai visto quel mio film che invece a mia madre è piaciuto molto.
ITALIA - Mi sento molto vicina al vostro Paese, forse in un'altra vita ero una bolognese. Mi piacciono gli italiani perché si godono la vita come noi. Ammiro poi molto Gianni Amelio e ho avuto l'onore e la fortuna di lavorare con i fratelli Taviani (La masseria delle allodole) e con Michele Placido (Vallanzasca. Gli angeli del male). Per questo film ho incontrato il vero Vallanzasca, un biondino che non avresti mai immaginato capace di tanti crimini, e ovviamente Kim Rossi Stuart, un attore straordinario che quando entra nel suo personaggio non ne esce più.
MARIA CALLAS - Interpretare la Callas in Grace di Monaco è stata una grande opportunità. Lei è una leggenda, un'icona. La cosa più difficile era catturare la sua energia.
FUTURO - Nel futuro il film Impero con Adrien Brody che veste i panni di Carlo V, in cui interpreto la sorella Maria d'Ungheria, e poi una biopic su Paolo Coelho, da quando aveva 15 anni fino a oggi.
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