In relazione all’operazione “Affari di famiglia” scattata il giugno 2014, con l’esecuzione da parte dei Carabinieri della Compagnia di S. Agata Militello di 22 misure cautelari, i militari dell’Arma hanno eseguito una misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Dda del capoluogo, che conferma il teorema accusatorio sulla sussistenza del vincolo associativo a carico di 12 indagati, sussistenza già espressa nella pregressa misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Patti, su richiesta della locale Procura. In particolare, il pm della Direzione distrettuale di Messina ha proposto nuova richiesta di misura cautelare ritenendo concordanti i gravissimi indizi sui componenti del sodalizio criminale caratterizzato da una struttura di persone e mezzi che gestivano il traffico di droga nella provincia di Messina, gravitante nei contesti della cosca dei “batanesi”, con punto direttivo nel comune di Tortorici e connessioni operative rilevate anche nella provincia di Catania e Palermo dove i sodali si rifornivano dello stupefacente che poi immettevano sul mercato. Ribadite la misura di custodia cautelare in carcere per Francesco Conti Mica, Mirko Talamo, Alessandro Talamo, Andrea Calà Campana, Sebastiano Galati Massaro, Giuseppe Barbagiovanni e Michele Bontempo Ventre, tutti rinchiusi nella casa circondariale di Messina Gazzi, ad eccezione di Andrea Calà Campana, che si trova nel penitenziario di Siracusa. Misura cautelare agli arresti domiciliari, invece, per Luisa Bontempo, Antonino Conti Mica, Carmelo Calà Campana, Antonino Costanzo Zammataro e Salvatore Marino Gammazza.