Il governo Crocetta azzera il sistema della formazione in Sicilia con un ddl "work in progress", che "manda in soffitta" dopo 40 anni la legge regionale 24 del 1976, che ha prodotto "sprechi e inefficienze e non ha prodotto alcun risultato". L'obiettivo della proposta di legge "aperta" ai suggerimenti di politici, sindacalisti e imprenditori, che a fine mese l'esecutivo trasmetterà all'Ars, è agganciare la formazione ai fabbisogni dei territori - città metropolitane e dei Liberi consorzi dei comuni - per creare occupazione e sviluppo. Il testo di 32 articoli punta a prevenire la dispersione scolastica, rafforzare la possibilità occupazionali per i giovani siciliani con un sistema 'duale', prevedendo formazione in aula e in azienda e valorizzando l'apprendistato. Ad assicurare i corsi saranno scuole, università o privati senza fine di lucro, che per statuto svolgono in via esclusiva attività formative Tra le novità, anche, il voucher per gli studenti, il libretto formativo, i Poli formativi tecnico professionali di filiera (dovrebbero essere 14, anche se il testo non indica il numero esatto, definendoli accordi di rete tra almeno due istituti tecnici e/o professionali, collegati con un'istituzione formativa accreditata e almeno due imprese) insieme a criteri di valutazione delle "performance". Il sistema assegna alla Regione compiti di vigilanza, controllo, programmazione. Sarà la giunta a dare l'ok al piano integrato della formazione profesionale (PRIF), che avrà durata triennale, finanziato con fondi dell'Ue, nazionali e regionali. Novità anche per i formatori. Il ddl, infine, prevede di due elenchi "separati ed autonomi" di formatori. Il personale attualmente in servizio negli enti in base alla legge regionale del 1976, sarà inserito in una sezione "speciale ad esaurimento", al quale dovranno attingere gli enti accreditati per svolgere i corsi. A questo si affiancherà un altro elenco "parallelo", composto da formatori selezionati in base ai titoli.(ANSA)