Il primo segnale di svolta arriva da Berlino. Angela Merkel apre esplicitamente al concetto di "flessibilità" nel patto di stabilità che però, precisa, va rispettato. Il secondo da Bruxelles, con la bozza di Van Rompuy, nella quale si fa riferimento a "un pieno uso della flessibilità già integrata nelle regole del Patto di Stabilità e Crescita". E' la seconda versione di un documento che deve tracciare le linee guida per le politiche europee dei prossimi cinque anni. Per l'Italia, che come ha detto il Capo dello stato Giorgio Napolitano propone "un forte cambiamento nelle politiche" e "negli assetti istituzionali dell'Unione, è un punto a favore.
Roma per il momento incassa le parole della Merkel che, aprendo sulla flessibilità, fa anche riferimento alla possibilità di considerare i tempi necessari per il rientro del deficit sulla base dei cicli economici.
Nonostante la solita prudenza, e il richiamo alle regole, quella della donna più potente d'Europa è certamente un'apertura importante. Che si riflette sul documento europeo nel quale, come ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, "le priorità e il metodo" italiani sono "ampiamente condivisi". "Tutti i nostri Paesi - scrive Van Rompuy - hanno bisogno di continuare sulla strada delle riforme strutturali. E' evidente che la nostra forza comune poggia sul successo di ogni singolo Paese.
Ma il documento di Van Rompuy, che si intitola "Un nuovo inizio per l'Unione europea", fa anche riferimento al mercato unico, agli aiuti alle imprese per creare lavoro, alla sicurezza energetica e all'immigrazione, altro punto caro all'Italia, da affrontare in base al concetto di "solidarietà e responsabilità". E nel documento che l'Italia ha inviato a Van Rompuy, si sottolinea che la scelta sta all'Europa, se cambiare e guardare al futuro o rimanere ancorata nel passato.
Nelle parole della Merkel, così come nella bozza di Van Rompuy, al momento, sembra esserci quell' "incoraggiamento" alle riforme strutturali che l'Italia chiede. Riforme - si legge ancora nel documento italiano, che invia un messaggio anche in casa - che "sono il principale motore della crescita, soprattutto se lo sforzo è compiuto con ampio consenso a livello nazionale e in contemporanea con altri Paesi". Inoltre la parola flessibilità, prudentemente citata nel documento italiano solo negli 'spunti', è finita in chiaro nella bozza di Van Rompuy.
E in quest'Europa, almeno all'apparenza ricompattata, c'è sempre però la spina nel fianco del premier britannico David Cameron, che continua a portare avanti la sua crociata anti-Juncker ed è tornato a chiedere, ricevendo a Londra Van Rompuy, un voto senza precedenti sul presidente della Commissione.
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