Riflettori accesi oggi alle 18 a San Marco d’Alunzio. Nella splendida struttura monumentale di Badia Grande, i sindaci dell’area nebroidea si confronteranno sulla bozza della rete ospedaliera presentata dall’assessorato regionale della Salute e per sondare il terreno su un eventuale Libero consorzio “Ne - brodi – Eolie”. A promuovere l’iniziativa i sindaci di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto Civa, di Sant’Agata Militello Carmelo Sottile e di Capo d’Orlando Enzo Sindoni che hanno accolto di buon grado l’invito del sindaco di San Marco d’Alunzio Amedeo Arcodia e dell’assessore Antonio Mileti di ospitare il vertice. Per quanto riguarda la sanità, la settimana scorsa la conferenza dei sindaci dell’Asp 5, che si sarebbe dovuta tenere a Palermo all’assessorato della Salute, è ufficialmente saltata perché numerosi comuni non erano a conoscenza della proposta di rimodulazione delle rete ospedaliera. È stato deciso pertanto di fissare due incontri: il 2 luglio a Messina e il 7 luglio a Milazzo per tracciare le controdeduzioni. I 18 sindaci del Distretto 31 di Sant’Agata, che hanno affidato le “volontà” ad una delibera approvata dai rispettivi consigli comunali, approfondiranno la problematica alla luce della nuova bozza. L’atro tema sarà la possibilità di istituire un Libero consorzio nel territorio compreso fra Patti e Tusa e con annessione delle Eolie. La proposta avanzata dall’Università per l’Area metropolitana di Messina, coinvolge 51 comuni che vanno da Falcone sul versante tirrenico a Taormina –Giardini Naxos sul versante ionico e con l’annessione delle Eolie. Sul territorio in pratica verrebbe disegnato un triangolo mentre nessuna ipotesi viene indicata per la restante area della provincia. A San Marco ci sarano anche quelle ali estrema del territorio messinese, quella della Valle dell’Halesa e quella amastrantina, che hanno più volte manifestato l’intenzione di staccarsi dalla provincia di Messina per essere annessi a quella di Enna. Bisognerà, pertanto, scongiurare un’ipotesi che oltre a non rendere realizzabile il Libero consorzio dei Nebrodi, renderebbe impossibile l’indizione di un referendum popolare.
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