La tutela dei presidi di legalità segna un passo in avanti. Il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace di Lungro è realtà. L’iter amministrativo richiesto dal Ministero della Giustizia e finalizzato ad ottenere garanzie in termini di personale e di copertura delle spese di gestione degli uffici giudiziari, si è finalmente concluso. Solo i municipi di Lungro ed Acquaformosa, alla fine, si sono resi disponibili al mantenimento della sede giudiziaria, accollandosi gli oneri e le spese di gestione degli uffici. Gli altri comuni facenti parte del mandamento, ovvero Altomonte e Firmo, avevano già deciso di non concorrere alla salvaguardia dell’ufficio di via Sant’Elia mentre i primi cittadini di Lungro, Giuseppino Santoianni ed Acquaformosa, Giovanni Manoccio prima e Gennaro Capparelli ora, hanno confermato gli impegni assunti due anni addietro. Nel 2012 Acquaformosa aveva messo a disposizione un proprio dipendente che, già negli anni passati, aveva svolto, a comando, funzioni di operatore presso l’ufficio giudiziario arbëresh. Il Comune di Lungro, invece, con notevoli ed apprezzabili sforzi economici, si era impegnato per tutti i restanti oneri e spese ovvero: disponibilità dei locali comunali, espletamento delle pulizia degli stessi, messa a disposizione di due unità di personale aventi i requisiti per ricoprire le mansioni di cancelliere ed operatore giudiziario e formale impegno per tutte le altre spese di gestione e funzionamento del servizio giustizia (utenze, spese di cancelleria e manutenzione). La proposta è stata dunque confermata entro il termine imposto dal dicastero Giustizia, guidato dal ministro Andrea Orlando. Le spese di gestione a cui dovranno fare fronte le due comunità italo-albanesi, si aggirano intorno alle 15 mila euro annue.
Caricamento commenti
Commenta la notizia