E' guerra tra Hamas e Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen ha definito la situazione a Gaza un vero genocidio. Nella notte altri raid, con 14 morti. Il totale dei morti nella Striscia negli ultimi tre giorni di combattimenti con Israele sale così a 73, 550 i feriti e 105 le case distrutte. Lo riferiscono i media locali a Gaza. L'esercito israeliano ha mobilitato 20mila riservisti nel caso di una possibile offensiva di terra nella Striscia di Gaza. All'inizio delle operazioni militari, il governo ha stabilito che il numero di riservisti che potranno essere richiamati in servizio potrà salire fino a 40mila. Se i razzi non cesseranno, Israele estenderà l'intervento e l'operazione terrestre potrebbe essere inevitabile, ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu, mentre il presidente Shimon Peres, ha minacciato l'invasione della Striscia. Su Israele in due giorni - secondo il portavoce militare - sono stati intanto lanciati più razzi che in tutto lo scontro del 2012: 220 dall'inizio delle operazioni, di cui solo oggi oltre 70 (anche su Tel Aviv e la sua area metropolitana). Compresi i temibili M302 a lunga gittata: una novità che Israele imputa alle forniture dell'Iran alla fazione islamica. Quelli lanciati ieri sono arrivati a 130 chilometri di distanza, verso Zichron Yaacov poco distante da Cesarea. «L'operazione sarà estesa e proseguirà fino a quando - ha ammonito Netanyahu che sembra aver ritrovato l'unità del suo governo e del paese - gli spari verso le nostre città non cesseranno del tutto e la calma ritornerà». Anche il presidente Shimon Peres - in carica ancora per pochi giorni- ha messo in guardia Hamas che l'offensiva di terra potrebbe cominciare «a breve». «Li abbiamo avvisati. Gli abbiamo chiesto di fermarsi - ha ricordato Peres - abbiamo atteso un giorno, due, tre e loro hanno continuato. Ed hanno sparso il loro fuoco su molte aeree di Israele».
Il leader palestinese - che ha detto di essere in contatto con l'Onu e l'Egitto - ha attaccato duramente Israele minacciando il ricorso alle agenzie internazionali, compresa la Corte penale dell'Aja. «Gli eventi di queste ore non sono una guerra contro Hamas, ma una guerra contro il popolo palestinese. Partita da Hebron, passata a Shufat e adesso a Gaza», ha sottolineato, riferendosi sia alle operazioni israeliani in Cisgiordania, dopo il rapimento e l'uccisione dei tre ragazzi israeliani, sia al ragazzo palestinese arso vivo nel sobborgo di Gerusalemme ad opera di estremisti ebrei.
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