Sono circa 2,6 milioni, il 4,4% della popolazione, gli italiani che soffrono di sindromi depressive, con prevalenze doppie tra le donne rispetto agli uomini in tutte le fasce di età. Nella popolazione anziana ne soffre almeno una persona su dieci e tra le donne ultraottantenni la quota supera il 15%. Aggiungendo, a queste prevalenza, la quota di quanti sono potenzialmente a rischio perchè dichiarano di aver avuto episodi depressivi in passato, la prevalenza arriva al 7,8%. E’ l’allarme lanciato dall’Istat nell’indagine "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", condotta tra il 2012 e il 2013 e presentata questa mattina presso il ministero della Salute. (AGI)
(AGI) - Roma, 10 lug. - Utilizzando l’indice sintetico Mental health (MHI), che indaga aspetti legati alla depressione, l'istituto di statistica ha rilevato che nella popolazione dai 14 anni in su, tale indice è pari a 70,2, più basso in media di 5 punti tra le donne (68,3 contro 72,3 tra gli uomini, tassi standardizzati) a indicare peggiori condizioni di salute mentale. Essendo correlato alla presenza di disturbi depressivi e di cattive condizioni di salute, il valore si riduce con l'età, raggiungendo tra gli ultraottantenni il punteggio di 57,7. Tra chi soffre di depressione l’MHI è pari a 50,1. Nel 2005, il valore dell’indice di salute mentale era più alto mediamente di 1,6 punti (71,8 controllato per età). Da allora ad oggi, si è ridotto soprattutto tra i giovani fino ai 34 anni (-2,7), in misura maggiore tra i maschi, e tra gli adulti di 45-54 anni (-2,6). Un calo ancora maggiore si rileva per le persone straniere residenti in Italia, con un -4,7, con punte di -5,4 tra le donne straniere. Nel confronto con il 2005, la crisi economica ha influito sulle ragioni del disagio psicologico degli italiani tra i quali, infatti, la quota di quanti riportano, tra i problemi dolorosi da affrontare, la perdita del lavoro è passata dal 4,3% al 7,4%, raggiungendo il 11,7% tra chi ha risorse scarse o insufficienti. Gli altri eventi dolorosi che hanno impatto sulla salute mentale sono la consapevolezza di avere una grave malattia (53,8), i gravi problemi economici (54,1), le difficoltà con i figli o altri familiari (58,0), la perdita del lavoro proprio o di altro familiare (62,1), la rottura del rapporto di coppia (62,2) e il decesso di un familiare (66,7) che, tra tutti, è l’evento più frequentemente riportato (16,2%). L’invalidità per malattie mentali, si legge nell’indagine, colpisce circa 700 mila individui (2,8% tra gli anziani) e le persone con Alzheimer o demenze senili sono circa 600 mila (4,3% tra gli anziani over 65). Le persone con disturbi del comportamento alimentare, bulimici o anoressici (per la prima volta rilevati in questa edizione dell’indagine) presentano prevalenze più esigue, complessivamente pari allo 0,5%, ma con una quota tripla tra le donne rispetto agli uomini. (AGI)
Sono circa 2,6 milioni, il 4,4% della popolazione, gli italiani che soffrono di sindromi depressive, con prevalenze doppie tra le donne rispetto agli uomini in tutte le fasce di età. Nella popolazione anziana ne soffre almeno una persona su dieci e tra le donne ultraottantenni la quota supera il 15%. Aggiungendo, a queste prevalenza, la quota di quanti sono potenzialmente a rischio perchè dichiarano di aver avuto episodi depressivi in passato, la prevalenza arriva al 7,8%. E’ l’allarme lanciato dall’Istat nell’indagine "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", condotta tra il 2012 e il 2013 e presentata presso il ministero della Salute.
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