Passa per Messina l’inchiesta scaturita dalle indagini della Guardia di Finanza di Napoli sugli imprenditori Luciano e Francesco Meoni, amministratori della Airon Group, al centro di una evasione fiscale di 252 milioni, che, fra l’altro, ha portato alla scoperta di un impianto fotovoltaico autorizzato dall’assessorato regionale all’Industria della Regione siciliana nel territorio di Monreale. Secondo i pm Luca Battinieri e Roberto Tartaglia, che con il procuratore aggiunto Leonardo Agueci hanno condotto l’inchiesta, senza il parere dell’ingegnere Gaetano Cacciola, attuale assessore all’Energia e alla Mobilità urbana del comune di Messina e, all’epoca, direttore dell’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia del Cnr della città dello Stretto, non sarebbe stato possibile attribuire al realizzando impianto fotovoltaico in contrada Scardina di Monreale il carattere di “sperimentale” e quindi accedere ai finanziamenti regionali. «Non so di essere indagato, nessuno – ha dichiarato l’ing. Cacciola – mi ha detto nulla. Posso dire che il progetto di cui si parla era, nel 2007, effettivamente sperimentale e motivo addirittura di vanto per il Cnr. Per il resto, non so nulla su indagini nei miei confronti». Per la realizzazione della “fattoria solare”di Monreale da parte della Heliospower srl, una società facente capo all’Airon Group, sono indagati, oltre agli imprenditori toscani Meoni, il loro dipendente Sandro Marchesi e i faccendieri Francesco Barbetta e Ledo Pacchiarotti, fermati dalla Guardia di Finanza di Napoli mentre stavano per imbarcarsi sul traghetto per Palermo con una valigetta contenente 150 mila euro in contanti, l’assessore regionale all’Industria dell’epoca, il deputato Pippo Gianni, accusato di corruzione perché avrebbe ricevuto in regalo un televisore e un telefonino. Ed ancora: i dirigenti regionali dell’assessorato all’Industria Martino Russo e Francesca Marcenò, accusati rispettivamente di corruzione e abuso d’ufficio, il dipendente dell’assessorato regionale Agricoltura e foreste Salvador Vittorioso, che deve rispondere di associazione per delinquere e corruzione e il commissario della polizia urbana di Palermo Salvatore Grippi, anche lui accusato di associazione per delinquere e corruzione. Sarebbe stato quest’ultimo, secondo gli inquirenti, ad intervenire presso l’ingegnere Cacciola, il quale sarebbe indagato per falso ideologico, per convincerlo a rilasciare la dichiarazione con cui si attribuiva la caratteristica di “sperimentale” all’impianto monrealese, «requisito indispensabile –sostengono gli inquirenti palermitani – per concedere alla società dei Meoni le agevolazioni previste dal piano energetico regionale ». Intanto è probabile che nei prossimi giorni la Procura di Palermo invii per competenza territoriale il fascicolo che riguarda l’assessore Cacciola ai colleghi di Messina.
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