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Senato, governo battuto
su un emendamento

Governo ko al Senato durante il voto, a scrutinio segreto, su un emendamento della Lega che conferisce anche al nuovo Senato la competenza legislativa su materie 'eticamente sensibili' come diritti civili, famiglia e matrimonio. L'esecutivo di Matteo Renzi va sotto di sette voti (154 a favore dell'emendamento, 147 contrari e due astenuti) e non manca chi, tra gli stessi Dem, cita "la carica dei 101" del Pd che lo scorso anno contravvennero alle indicazioni ufficiali del partito e affossarono l'elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. Nessun commento da parte del ministro Maria Elena Boschi che è rimasta in Aula dopo la votazione. Nella maggioranza è già caccia ai "franchi tiratori": si cerca chi ha tradito nel segreto dell'urna. Una ricerca difficile. Nel Pd, intanto, gli occhi sono puntati su quei senatori che hanno pubblicamente espresso le proprie perplessità sulla riforma. Felice Casson in Aula ha annunciato il proprio sostegno all'emendamento, aggiungendo la propria firma al testo, ma è l'unico che ci ha messo la faccia. Ma la tensione è forte anche nei confronti del presidente del Senato Pietro Grasso. Il capogruppo dem Luigi Zanda lo ha attaccato duramente per la decisione di aver concesso il voto segreto sull'emendamento proposto dal senatore della Lega Stefano Candiani e per la gestione dell'Aula: "le norme sul voto segreto non sono state previste per dare scorciatoie politiche e per la tutela del franco tiratore politico e non morale", ha detto Zanda. Parole alle quali, però, la seconda carica dello Stato non ha voluto replicare. Nel centrodestra, in questo caso nuovamente unito nel sostenere le riforme, si registra uno scontro tra Ncd e Forza Italia. Il sottosegretario Simona Vicari, subito dopo il voto che ha mandato ko la maggioranza, si è alzata dal banco del governo ed ha indicato i senatori forzisti come colpevoli del 'tradimento'. Accusa respinta con fermezza da Franco Carraro che ha chiesto un intervento di censura nei confronti dell'ex senatrice Ncd da parte del presidente Pietro Grasso. Festeggia, invece, l'opposizione. Su tutti la Lega Nord. Il protagonista della giornata è il senatore del Carroccio Stefano Candiani, l'autore dell'emendamento-sgambetto al governo. "Renzi deve capire che la Costituzione non è un decreto legge. Oggi abbiamo vinto una piccola ma fondamentale battaglia", ha detto subito dopo il voto. Ed è suo anche un secondo emendamento, che puntava a ridurre a 500 il numero dei deputati, sul quale si è registrato un nuovo scontro tra opposizione e maggioranza che chiedeva di non consentire lo scrutinio segreto. Decisione, stavolta, accolta dal presidente Grasso. Il governo si riscatta parzialmente ottenendo la maggioranza proprio sull'emendamento Candiani-bis. Soddisfatta Sel che invita Renzi "a riaprire il dialogo"; mentre il M5S sostiene che il via libera all'emendamento implichi necessariamente l'eleggibilità dei futuri senatori.

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