Grido d’allarme di Crocetta. “Poteri forti” e forze politiche al loro servizio, magistralmente guidate dal presidente nazionale dell’Udc Gianpiero d’Alia, stanno tramando contro di lui e preparano il golpe. «C'è un progetto –ha avvertito – di far cadere il governo della Sicilia in un modo non propriamente politico». E non è un caso, ha ricordato, che proprio D’Alia ogni volta che l’Ars si accinge a varare norme finanziarie proposte dal suo governo, «sollecita puntualmente le impugnative del commissario dello Stato, con l’intenzione di terremotare il quadro politico». In combutta con D’Alia, nonché suoi complici nell’attuazione del progetto ordito dai “poteri forti”, sempre secondo Crocetta, ci sarebbero il segretario della Cisl, Maurizio Bernava e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che, però, al momento, preso dalle tante grane che gli procura la gestione del comune di Palermo, avrebbe accantonato il ruolo di cospiratore. E’ stato, comunque, lui il primo, successivamente imitato dal “sellino” Erasmo Palazzotto, a chiedere la rimozione di Crocetta e il commissariamento della Regione siciliana. In prima fila, fra quei “poteri forti” che chiedono la cacciata di Crocetta, ci sarebbe l’Eni per la strenua difesa che il presidente della Regione sta facendo degli interessi dei lavoratori di Gela. «Quando ci si oppone a una multinazionale di quel livello – ha rilevato Crocetta – si è destinati a subire reazioni violente. Pezzi della politica – ha spiegato – sono sensibili agli interessi di questi grandi gruppi. Basti pensare –ha ricordato – al caso Nomura. Ma non mi sento affatto isolato. Dicono così da quando ero sindaco di Gela». Immediata la replica del leader dell’Udc siciliana Gianpiero D’Alia che, con tono ironico, via tweet, gli ha mandato a dire: «Voglio rassicurare il presidente Rosario Crocetta: con le scie chimiche non c'entro niente e non faccio parte del Bilderberg». «Siamo abituati ormai –ha replicato a sua volta il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava – al solito vaneggiamento del Presidente Crocetta, secondo il quale con una polemica al giorno, toglie la crisi di torno. Ma la realtà – ha ricordato – è un’altra: la Sicilia affoga per una crisi ed emergenza economica, sociale ed amministrativa, che chi governa e la politica dovrebbero affrontare come priorità assoluta». «Quella che il Presidente chiama critica – ha sottolineato il segretario della Cisl siciliana, che qualche giorno addietro aveva invitato il presidente della Regione a dimettersi –è la voce di un sindacato, come la Cisl, che ha dedicato scelte, tempo, confronti, relazioni e mobilitazioni, all’obiettivo di offrire proposte e idee, per non far cadere a picco la nostra già martoriata Isola» –continua– «È grave e pericoloso che Crocetta continui a criminalizzare dissenso e critiche, piuttosto – ha sottolineato, con chiaro riferimento a Raffaele Lombardo –gli consiglierei un bagno di realtà, umiltà e verità, per non essere travolto dallo stesso declino dei suoi predecessori che non hanno voluto e saputo affrontare la crisi e gli effetti della recessione come priorità dell’azione di governo». «Ribadiamo – ha detto ancora Bernava – che la Cisl non ci sta ad essere criminalizzata nel suo ruolo di sindacato. Vorremmo, piuttosto, mettere in guardia il Presidente che il vero golpe contro la Sicilia in emergenza, proviene dai Rais politici che lo attorniano, nell’interesse di realizzare un Patto di Gestione»