Prima le parole, poi i fatti. I caccia americani sono tornati in azione in Iraq, in una serie di raid mirati, così come annunciato dal presidente Obama.
Gli Stati Uniti, infatti, hanno bombardato alcune postazioni dello Stato Islamico. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, John Kirby. Kirby ha quindi spiegato che caccia americani hanno avuto come obiettivo le postazioni dell'artiglieria dell'esercito dell'Isis contro le forze curde che stanno difendendo Erbil. "Un'area - ha aggiunto - vicino alla quale si trova del personale americano".
Una decisione, quella di Obama, presa per colpire i terroristi islamici, proteggere il personale americano in Iraq ed "evitare un potenziale genocidio". "Non potevamo chiudere gli occhi", ha sottolineato. Obama ha poi ribadito come nessun soldato americano sarà inviato sul territorio iracheno.
"L'autorizzazione del presidente Obama per i raid aerei è molto limitata negli scopi", ha sottolineato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Che poi però ha precisato: "Il presidente non ha fissato la data per la fine dei raid in Iraq, ma non sarà un'azione prolungata"
Il comandante dell'esercito iracheno Babaker Zebari si è detto comunque fiducioso che i raid americani contro le postazioni dell'Isis nel nord del Paese possano consentire alle forze federali di Baghdad e agli alleati curdi di riprendere rapidamente il controllo di una larga parte del territorio attualmente nelle mani dei jihadisti. "Ci saranno enormi cambiamenti sul terreno nelle prossime ore", ha dichiarato il generale Zebari, subito dopo l'annuncio del Pentagono dell'avvio dei raid.