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Milazzo, consiglieri pronti a tornare in Aula

  La sorpresa arriva alla vigilia di Ferragosto. Il Consiglio comunale si prepara in sella. La Cassazione si è pronunciata sul regolamento preventivo di giurisdizione presentato nel settembre dello scorso anno dall’Amministrazione comunale stabilendo di rimettere al giudice amministrativo la valutazione su tutti gli atti dai quali è scaturita poi la delibera che dichiarava il dissesto. In pratica i provvedimenti del prefetto. La Suprema corte a sezione riunite con l’ordinanza depositata il 22 luglio scorso, ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione e avallato le posizioni dei consiglieri comunali che in questa lunga vicenda si sono costituiti nelle varie sedi con l’assistenza dell’avv. Marcello Scurria. Il legale da sempre ha chiesto l’annullamento della delibera con cui è stato dichiarato il dissesto delle casse comunali e il reintegro dell’organo consiliare. La Cassazione ha stabilito che il provvedimento del prefetto che diffidava il consiglio a deliberare il dissesto poteva essere impugnato, per vizi propri, davanti al Tar. Dunque, oggi, tutto ritorna alla valutazione del giudice amministrativo. Secondo quanto emerge dalla sentenza il ricorso presentato al Tar dai consiglieri comunali di Milazzo non censura un atto della Corte dei conti ma soltanto l'atto prefettizio e gli ulteriori atti e ciò con una motivazione che comunque non coinvolge l'antecedente delibera della Corte dei conti. Nel corpo della deliberazione viene fatto anche un paragone tra Milazzo e Cefalù, due Comuni interessati dalla vicenda del dissesto e vengono spiegate le ragioni per le quali si perviene ad una soluzione diversa. Mentre nel caso di Cefalù era stato impugnato il provvedimento della Corte dei conti, per Milazzo l’oggetto del contenzioso ha riguardato gli atti del prefetto, dalla nomina del commissario ad acta, ai successivi provvedimenti che hanno mandato a casa il Consiglio comunale. Questa pronuncia della Suprema Corte apre ora nuovi scenari. Va detto che il ritorno dei consiglieri – sarebbe il terzo in questa legislatura –non è automatico, ma legato ad un provvedimento amministrativo che dovrà essere emesso dal Cga, o dal Tar che dovrà pronunciarsi comunque nel merito ad ottobre.

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