Con tutta probabilità è stato un errore di valutazione a causare la morte dello sportivo spagnolo di 38 anni, precipitato ieri sulle rocce mentre tentava un volo con una tuta alare dal Becco dell'Aquila sul Monte Brento in Trentino. Lo ha detto Maurizio Di Palma, considerato un "guru" degli jumpers. "L'80% degli incidenti - ha detto Di Palma, che al suo attivo ha tremila voli da trecento diversi picchi nel mondo - è dovuto all'inesperienza o da una cattiva valutazione delle proprie capacità". Come hanno ricostruito i soccorritori, l'uomo, 38 anni di Madrid, aveva tentato di scendere in volo dalla cima con una tuta alare, ma subito aveva mostrato difficoltà a prendere quota. Testimoni lo avevano visto azionare il paracadute di sicurezza, ma pochi istanti dopo lo spagnolo si era schiantato sulle rocce. Lo spagnolo faceva parte di un gruppo di una quindicina di sportivi presenti in zona. Molti di loro avevano rinunciato al volo dopo che uno tra i primi a saltare aveva perso il controllo, andando a finire su un albero. Poi il tragico volo dello spagnolo. L'uomo indossava una tuta alare che aiuta a planare nel corso della discesa. Dopo avere effettuato un volo di "proximity", vale a dire, nel gergo degli jumpers, con una traiettoria radente lungo le rocce, resosi conto di essere finito troppo vicino alla montagna lo spagnolo ha azionato il paracadute in dotazione, ma la vela non ha fatto altro che catapultarlo ancora più velocemente sulle creste rocciose. Si tratta della seconda vittima del base jumping in quell'area nel corso di una settimana appena: l'ultima volta era toccato ad una russa di appena 21 anni. Moscovita, aveva preso il volo all'imbrunire, schiantandosi ben presto contro le rocce della Parete Zebrata. Il jumper che avrebbe dovuto saltare dopo di lei e che aveva poi rinunciato al decollo, l'aveva vista colpire per due volte consecutive la parete, per poi cadere a precipizio sino ai piedi della parete della montagna. Lo spagnolo è il quindicesimo morto da quando ha preso il via la moda dei voli spericolati dalla vetta del Monte Brento che si affaccia sulla parete verticale.
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