L’ex sindaco di Santa Maria del Cedro, Francesco Maria Fazio, interviene sulla grave situazione del comune di Scalea. “Non sono forse il solo a pensare che in questi giorni d’estate all’apparente immobilismo della gestione amministrativa del Comune di Scalea stia facendo da contraltare un eroico senso civico da parte di buona parte della cittadinanza. In questi giorni di metà agosto, molti turisti, sempre più russi, tedeschi, francesi, Belgi e inglesi, che hanno scelto Scalea come luogo di vacanza avranno certamente osservato che queste persone stanno operando, oltre che senza alcun apparente risultato, considerati i mezzi a disposizione e la portata delle quantità di rifiuti da rimuovere, a mani nude, senza mascherine, in tenuta quasi balneare, e comunque in mancanza di quant’altro sia necessario a rendere questa improbabile visione meno sconcertante. Per i residenti, d’altra parte, questa visione rappresenta l’epilogo di mesi di disservizio (sicchè l’aumento esponenziale della popolazione dovuto al turismo non può servire a giustificare la situazione emergenziale che si è venuta a creare). Vorrei a questo punto riflettere sui rischi insiti negli assai deludenti risultati fino ad oggi raggiunti nella gestione di questo come di altri servizi destinati alla collettività locale. Possiamo iniziare il ragionamento ricordando che con l’operazione Plinius lo Stato ha dimostrato di “esserci”, lasciando intendere che fosse viceversa finita l’epoca della Sua assenza, da tutti considerata fra le cause delle emergenze sociali di questo territorio. Questo intervento dello Stato è stato accettato, giustificato e condiviso dalla popolazione. Ebbene, è scontato ritenere che, date le ragioni che hanno portato al commissariamento della Città, questa gestione diretta non dovesse (e, mi auguro, non debba) fallire. Ed invece il rischio della debacle è concreto. Credo di non essere il solo, infatti, ad avvertire che nella popolazione stia iniziando a serpeggiare una certa sfiducia verso l’attuale gestione comunale ed un pericoloso disorientamento (materializzatosi in un’idea, terribile e al contempo triste, che ho sentito esprimere attraverso la seguente affermazione: “si stava meglio prima”). A mio modesto avviso, l’operazione Plinius e con essa il sacrificio di quanti l’hanno resa possibile avrebbe meritato di essere seguita da una maggiore attenzione nella scelta delle professionalità individuate per gestire una realtà complessa com’è quella del Comune di Scalea: a volte il merito e la buona volontà non bastano se le stesse non sono accompagnate da una collaudata e solidissima esperienza. Ebbene, ho l’impressione che, forse perché incalzata dall’esigenza di affrancare se stessa dall’ultima vergognosa esperienza di governo della Città, la neonata compagine governativa abbia abbracciato un modello di governance che in nome della prudenza sta di fatto mancando ogni risultato, nei termini sopra riferiti di buona amministrazione, a tutto svantaggio della cittadinanza. Forse è solo un problema di scarsità di risorse - se questo fosse il problema, però, le stesse andrebbero pretese e con forza. In ogni caso, l’amministrazione comunale ha il dovere di ricercare quanto più rapidamente possibile delle soluzioni alternative a quelle fino ad oggi sperimentate. E la cittadinanza dovrebbe poter partecipare a questa ricerca, anziché essere relegata, come di fatto sta accadendo, a spettatore passivo”.