Killer di mafia finalista del Premio Sciascia e un giurato si dimette. Esito non scontato per l'edizione numero ventisei del Premio Leonardo Sciascia-Racalmare, organizzato dal Comune di Grotte (Agrigento), a fronte del quale il decano Gaspare Agnello ha abbandonato la giuria. In corsa per la vittoria dell’evento fondato nel 1980 dall’autore del Giorno della civetta, c'è infatti "Malerba", scritto a quattro mani dal giornalista Carmelo Sardo e dal capo della Stidda Giuseppe Grassonelli, detenuto, condannato all’ergastolo e con in tasca una laurea in Lettere. Nel testo il boss racconta la sua vita e ammette i suoi tragici errori. A contendersi il premio, oltre a Salvatore Falzone ("Piccola Atene"), c'è Caterina Chinnici ("E' così lieve il tuo bacio sulla fronte"), figlia del giudice Rocco, ucciso dalla mafia. Le votazioni finali sono fissate per domenica. "Io e Giuseppe Grassonelli siamo felici e immensamente orgogliosi. Comunque vada per noi è già un successo", scrive Sardo su Facebook. Alla fine del libro lo stesso Grassonelli si rivolge al lettore spiegando che ha sbagliato, ma che dopo venti anni di carcere è cambiato e chiede una nuova opportunità. L’ormai ex giurato Agnello spiega la sua decisione: "E' possibile che un ergastolano che si è macchiato di crimini efferati partecipi a un premio letterario di cui sono stati protagonisti Sciascia, Consolo e Bufalino?". La risposta è: "Io penso di no perchè il libro racconta la verità di Grassonelli che non è neppure collaboratore di giustizia e che le sue vittime non possono contestare". E ancora: "Grassonelli tenta una velata giustificazione delle sue azioni che continua a chiamare atti di guerra e non assassinii di mafia. Ciò lancia una cattiva luce sul libro. E dargli il premio, nato come strumento culturale di riscatto del Sud, ma che da oggi non può più fregiarsi del nome di Sciascia, sarebbe un’offesa alla tante vittime. Che sconfitta per la cultura...". (AGI)
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