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Rometta onora
Graziella Campagna

 «Nessuno toccherà piazza Stazione  ai Romettesi. Oggi è stato  semplicemente aggiunto un  binario, quello della legalità,  che conduce a una stazione  centrale che si chiama “Giustizia”  ». Le parole di Piero Campagna  fanno sciogliere in un  lungo applauso la folla che ieri  pomeriggio si è radunata nella  piazza antistante la stazione  Rometta Messinese per la cerimonia  d’intitolazione di questo  luogo storico, riferimento  comune e monumento alla genesi  dell’odierno abitato della  frazione Marea, alla memoria  della sorella Graziella, uccisa  29 anni fa dalla mafia per la  semplice circostanza di trovarsi  nel posto sbagliato al momento  sbagliato. Una cerimonia  solenne, fortemente voluta  dall’Amministrazione guidata  dal sindaco Nicola Merlino, cui  hanno preso parte molti cittadini  insieme a diverse autorità  ed esponenti del mondo politico  e della magistratura, come il  sen. Beppe Lumia, ex presidente  della Commissione parlamentare  antimafia, l’on.  Giuseppe Laccoto, il pm Francesco  Massara della Procura di  Barcellona, la dott. Ada Vitanza  della Procura generale di  Messina, il sindaco di Messina  Renato Accorinti e diversi primi  cittadini del comprensorio,  il colonnello Stefano Spagnol,  comandante provinciale dei  carabinieri insieme al capitano  Antonio Ruotolo della Compagnia  di Milazzo e ai militari della  locale Stazione, i rappresentanti  della Guardia di finanza e  dalla polizia di Stato e l’attore  Maurizio Marchetti, uno dei  protagonisti del film su Graziella  “La vita rubata” poi andato  in visione, alle 21.30, nella  manifestazione in Villa Martina  organizzata dall’associazione  “Graziella Campagna”.  «L’aggiunta del binario della  legalità rappresentato dal  nome di Graziella – ha affermato  il fratello Pasquale – fa  onore a tutta la cittadinanza  che ringraziamo di cuore, perché  consentirà di ricordare  una ragazza che dalla vita voleva  un percorso semplice e sereno,  che invece è stato atrocemente  interrotto. Graziella era  una “pendolare”, viaggiava  ogni giorno per andare al lavoro.  Attraverso quest’intitolazione  Rometta fa proseguire il  sogno di Graziella, e dà un contributo  di speranza a tutti i nostri  giovani che partono in cerca  di un futuro migliore».  Il sen. Lumia, invece, ha ricordato  come la provincia di  Messina, all’epoca dell’omicidio  Campagna, fosse la terra  del negazionismo (la mafia  non esiste) e del minimalismo  (c’è, ma non fa male): «Dobbiamo  ringraziare la famiglia  Campagna che con la loro lotta  ha abbattuto il muro del negazionismo  e ha aperto la strada  a risultati importanti che oggi  la magistratura sta conseguendo  ». La conferma viene dal pm  Francesco Massara: «Dall’85 a  oggi le cose sono cambiate in  bene. Molti mafiosi si pentono  e collaborano, e anche la popolazione  è cambiata: le persone  minacciate, offese, ricorrono  finalmente alla magistratura  per denunciare e noi abbiamo  così maggiori strumenti per  debellare questo fenomeno».  «Graziella non l’ha uccisa la  mafia –afferma invece il sindaco  Merlino – l’abbiamo uccisa  noi, con la connivenza, la complicità  e l’omertà concesse da  tutte le istituzioni del tempo al  “patriarca” della mafia Santo  Sfameni. Fatti messi in luce  dalle indagini della Commissione  parlamentare antimafia  in cui, purtroppo, anche Rometta  ha dato il suo miserabile  contributo. Ricordo bene nelle  comunali dell’83 Sfameni aggirarsi  per i seggi per condizionare  il voto. Oggi, invece, Rometta  abbassa gli occhi e ricorda  Graziella con un segno tangibile  di solidarietà anche alla  famiglia: Rometta è la città che  onora e si commuove per Graziella  vittima di mafia, non per  Totò Cuffaro».  In conclusione, la scopertura  della stele che immortala  l’omaggio di Rometta a Graziella Campagna.

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