Ne siamo convinti. Russia e Ucraina, dopo avere mostrato i muscoli, arriveranno a un onorevole compromesso. Purché gli Usa, la Nato e l’Unione Europea non ci mettano il becco. I due contendenti si conoscono troppo bene per aver bisogno di tali attori interessati e maldestri. Tanto maldestri, da essere diventati gli artefici di questo angosciante crepitio di armi. Chi ha sollecitato Kiev, dietro le quinte, a entrare nell’Alleanza Atlantica? Quale generale, esperto nel gioco del Risiko, ha pensato di poter portare truppe e armamenti lungo il confine russo? Le contromisure del presidente Putin sono scritte sui libri di Storia e il Governo americano, prima dei suoi alleati, le dovrebbe conoscere a memoria. Ricordate il barbuto Fidel Castro, il padre padrone di Cuba? Quando invitò gli amici sovietici a dislocare i missili a un tiro di schioppo dalla Florida, scoppiò il finimondo. Il presidente Kennedy reagì e si sfiorò la terza guerra mondiale. Ancora oggi, dal 1898, per motivi strategici e di sicurezza, la bandiera a stelle e strisce sventola sulla baia di Guantanamo, in territorio cubano. Cambiano i protagonisti, ma le trame “imperialiste” sono sempre le stesse. Cattivi e prepotenti i russi, dunque, o anche gli americani? Basta con le ipocrisie di comodo. La sicurezza dei confini russi ha lo stesso valore dell’integrità territoriale ucraina. Se non si partirà da questa premessa, per porre fine al bagno di sangue non ci saranno sanzioni economiche e manovre militari che tengano. Dovremo convivere, nella migliore delle ipotesi, con una guerra a bassa intensità ma dalle conseguenze imprevedibili. Pure dal punto di vista economico e i numeri offrono, ancora una volta, un’eccellente chiave di lettura. La Russia produce 520 milioni di tonnellate di petrolio l’anno –secondo player al mondo dopo l’Arabia Saudita –e ne esporta 247. La Russia produce 656 miliardi di metri cubi di gas naturale –preceduta solo dagli Stati Uniti –e ne esporta 185 (secondo posto). Sempre la Russia produce 354 milioni di tonnellate di carbone, esportandone 103 (quarto posto). È il primo fornitore dell’Unione Europea: 27,1 % di carbone, 34,5% di petrolio e 31,8 % di gas naturale. L’Italia acquista oltre il 30% del fabbisogno di metano dalla Russia (quasi 15 miliardi di metri cubi) e il 14% del greggio. È giusto isolare Mosca, spaccando in due il Vecchio Continente? Non crediamo sia una strategia utile a risolvere la crisi ucraina. Certo non lo sarà per l’Ue che, senza la Russia, tra qualche anno, rischierà di restare schiacciata tra Cina e Usa. Oltre che, visto quanto accade in Medio Oriente, a... secco di petrolio e gas.
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