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Garlasco, foto con segni
sul braccio di Stasi

Dopo le tracce di cromosoma maschile individuate sulle unghie di Chiara, gli ulteriori accertamenti e indagini disposti nel processo d'appello 'bis' che vede Alberto Stasi imputato per omicidio, potrebbero riservare altre novità. Secondo indiscrezioni, un paio di foto scattate dai carabinieri di Garlasco poche ore dopo il delitto di Chiara Poggi che raffigurano un braccio di Alberto Stasi con un paio di segni compatibili con una colluttazione, sono state raccolte dal sostituto procuratore generale di Milano Laura Barbaini. Da quanto è trapelato il pg, che nei mesi scorsi ha condotto una serie di indagini, avrebbe ripescato le fotografie scattate a Stasi da uno dei carabinieri della stazione del paese della lomellina subito dopo il ritrovamento del cadavere e l'allarme dato dal giovane. Come è stato ricordato, quel giorno a Stasi, quando nel primo pomeriggio si trovava in caserma e prima ancora di essere sentito, uno dei brigadieri in servizio gli fece qualche foto, tra le quali anche un paio ad un avambraccio che presentava due segni simili a leggeri graffi e che subito avevano fatto pensare ad una colluttazione. Di quelle foto, finite nel fascicolo prima della Procura di Vigevano e poi in quello processuale, per quel che si sa, non se ne sarebbe mai parlato: sette anni fa non sarebbero state prese in considerazione dagli inquirenti né, quindi, sarebbe stato chiesto all'ex studente bocconiano di spiegare il motivo di quei segni. Qualche settimana fa, invece, sono state di nuovo prodotte dai militari dell'Arma, consegnate al pg che, poi, le ha confrontate per vedere se corrispondessero con quelle già agli atti. Il magistrato, che di certo intende valorizzare questo indizio, ha anche sentito come teste il brigadiere che fece quegli scatti e che fu il primo a parlare con Stasi dopo l'omicidio della sua fidanzata. Inoltre, sempre secondo indiscrezioni, i primi esiti dell'esame della camminata con cui si sta riproducendo in modo virtuale quella che fece il giovane quando scoprì il cadavere della fidanzata, sarebbero in linea con le tesi di accusa e parte civile: è impossibile che sulle suole delle scarpe indossate quel giorno dall'ex studente bocconiano, e da lui consegnate agli inquirenti la mattina dopo il delitto, non sia rimasta alcuna traccia di sangue. I risultati della perizia (ancora da completare) e sui quali c'è stretto riserbo, dovrebbero essere di segno opposto da quel che avevano stabilito gli esperti nominati in primo grado dal gup di Vigevano Stefano Vitelli, che poi assolse Stasi: allora, pur non dando risposte assolute, non avevano escluso che le macchie ematiche si fossero cancellate e avevano ritenuto attendibile la possibilità che non si fosse sporcato le suole. Intanto è attesa per la settimana prossima la riunione tra i periti nominati dalla Corte d'Assise d'appello di Milano lo scorso 30 aprile quando ha deciso di disporre la riapertura del dibattimento, e i consulenti della difesa e di parte civile: a loro toccherà valutare, nel contraddittorio, se le tracce del cromosoma Y, quello maschile, sono leggibili e se questo materiale estratto da due minuscole parti delle unghie di Chiara con una particolare tecnica "a lavaggio" contiene il numero di marcatori sufficienti per procedere alla eventuale comparazione con il profilo del cromosoma Y del suo ex fidanzato. Qualora gli esperti arrivino a valutare l'esistenza di tutti i parametri necessari, in assenza di opposizioni, si dovrebbe procedere alla comparazione. Alberto Stasi già nell'agosto 2007, all'indomani del delitto, fu tra coloro che, a Garlasco, si sottoposero spontaneamente al tampone salivare per estrarre il dna. Nel caso in cui non ci sia accordo, spetterà alla Corte d'Assise d'appello sciogliere il nodo della comparazione e decidere, dopo aver esaminato gli esiti della perizia genetica, se richiederla con una integrazione degli approfondimenti istruttori disposti lo scorso 30 aprile. "Ci stupisce - si è limitato a dire l'avvocato Fabio Giarda, uno dei legali della difesa - che continuino ad uscire indiscrezioni su un'attività peritale coperta dal segreto istruttorio. Quando saranno conclusi gli esami faremo le nostre considerazioni". Le nuove perizie disposte dalla Corte dovranno essere depositate, salvo proroghe entro il prossimo 22 settembre, mentre in aula si ritorna l'8 ottobre.

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