Mercoledì 25 Dicembre 2024

La mamma di Davide:
"Quel carabiniere
marcisca in carcere"

Rabbia e altissima tensione al Rione Traiano. Nei messaggi - "lo Stato non ci difende, ci uccide, difendiamoci", "carabiniere infame" - e nelle parole. E' la mamma di Davide Bifolco, il diciassettenne ucciso da un carabiniere durante un inseguimento, a Napoli, a invocare che il militare indagato per l'omicidio "marcisca in carcere, non deve avere un momento di pace per tutta la sua vita". Urla, pianti e il fratello del giovane, Tommaso, che accusa "i delinquenti sono loro, dovrebbero tutelarci, quel carabiniere deve pagare", con un 'invito' che in questo momento non ammette equivoci: "lasciatelo a noi per dieci minuti". Fiori sul luogo dell'omicidio, proteste, e lacrime. Non c'è pace nel quartiere alla periferia occidentale di Napoli. In marcia ci sono parenti e amici che sotto la pioggia battente espongono grandi foto di Davide, chiedono 'giustizia'. Il contorno sono le scritte lasciate nella notte su muri e cassonetti, 'assassini', 'infami'. 

Slogan ripetuti anche durante il corteo dal quale parte anche un'invocazione ad un intervento del Presidente della Repubblica, Napolitano. I manifestanti sostano davanti alla caserma dei carabinieri del Rione Traiano davanti alla quale si schiera un cordone di polizia in assetto antisommossa. C'è un faccia a faccia durante il quale gli organizzatori della protesta riescono a tenere calmi i manifestanti. Qualcuno mostra sulla faccia dei poliziotti una foto con il volto del ragazzo ucciso. Quando il corteo sembra essersi sciolto, un gruppo di manifestanti riprende la marcia. Viene organizzato un blocco stradale. Un autobus viene fermato. Poi il gruppo si sposta all'uscita della tangenziale di Fuorigrotta, che viene bloccata. C'è tensione, lancio di oggetti contro la polizia in assetto antisommossa che risponde con un duplice lancio di lacrimogeni. 

Alla fine i manifestanti indietreggiano e rimuovono il blocco. La Questura riferisce di un funzionario della Digos aggredito. La famiglia prende le distanze da ogni episodio di violenza. "Nostro figlio deve essere ancora seppellito, nessuno e dico nessuno deve sentirsi autorizzato a compiere atti di violenza anche verbale in suo nome. Chi vuole bene a Davide deve rispettarlo. Noi chiediamo soltanto giustizia. Chi usa la violenza in suo nome non sa quanto danno fa a lui e alla nostra famiglia". Così, in una nota, Giovanni Bifolco e Flora Mussorofo, i genitori di Davide. Scritte contro le forze dell'ordine compaiono anche a Roma dove si parla di 'sbirri assassini' e si annuncia vendetta. Il parroco del quartiere, il vincenziano padre Lorenzo Manca, stringe una parente di Davide in lacrime. Incontra i genitori del giovane. 

"Non c'è da stupirsi" che tragedie del genere accadano in un rione "così densamente popolato", ad altissimo degrado. ''Qui - denuncia don Lorenzo - lo Stato non lo vedono''. E uno degli zii: "qui c'è tanta rabbia, non esiste di togliere la vita in questo modo ad un ragazzo". Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, dopo aver parlato con la mamma di Davide e aver annunciato una visita nei prossimi giorni, promette che si impegnerà "in prima persona affinchè sia fatta piena luce su quanto accaduto". Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, sottolinea che "la morte di un ragazzo è un dramma per la famiglia, per gli amici. Comprendo il dolore". Nello stesso momento evidenzia che "è anche il momento di confermare la stima ed il rispetto per il lavoro che fanno tanti ragazzi nell'Arma dei carabinieri, nella polizia, nelle forze dell'ordine". Ma su twitter rimbalza la polemica di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord per il quale "la morte, soprattutto se di un giovane, è sempre una tragedia. Ma fermarsi all'alt dei carabinieri è un obbligo". Gli replica Antonio Scotto, capogruppo Sel, per il quale "sparare a un ragazzo che non si ferma a uno stop è inaccettabile. La vita vale di più". Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, arrestato per droga nel 2009 e morto una settimana dopo, si augura che ora "non si infanghi la vittima". Il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, ricorre alla preghiera "per i ragazzi, per i genitori, per tutti perché si faccia tutto il possibile per evitare queste situazioni dolorose che veramente fanno lacrimare il cuore". Dal canto suo il presidente del Senato, Piero Grasso, sottolinea che "se ci sono responsabilità penali e civili, chi ha queste responsabilità deve pagare".

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